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mercoledì 8 luglio 2020

Tour de France 1984: l'apoteosi di Fignon

L'anno precedente il giovane Laurent Fignon aveva conquistato a sorpresa il suo primo Tour de France. Dando prova di classe superiore, soprattutto in salita. Tuttavia, la critica, e specialmente quella transalpina, aveva osservato e molto sottolineato l'assenza di Hinault, il dominatore del tempo delle grandi corse a tappe.


Nel 1984, Hinault, alla ricerca della quinta Grande Boucle, era però al via. Tutta la Francia attendeva il duello tra Fignon e Hinault. Che, tuttavia, si svolse più sui giornali che in corsa. Fignon aveva invece da smaltire la delusione sofferta al Giro, dove Moser gli aveva strappato la maglia rosa nella cronometro conclusa all'Arena di Verona, montando le avveniristiche ruote lenticolari.


File:Route of the 1984 Tour de France.png - Wikipedia
Tour de France 1984


Dopo il successo nel cronoprologo da parte di Hinault, cominciò infatti la grande cavalcata di Fignon. Che vinse, sul terreno prediletto dal gran Tasso bretone, la lunga cronometro individuale da Alencon a Le Mans: Hinault fu terzo a 49", preceduto anche dall'irlandese Sean Kelly. Il divario, tra i due grandi rivali si approfondì sui Pirenei. Nell'undicesima tappa, con arrivo a Guzet-Neige, Fignon diede altri 52" al rivale. Eppure Hinault sembrava ancora in corsa. 


Il trionfo di Fignon si celebrò sulle Alpi. Cominciò con il successo nella cronoscalata a La-Ruchere, il secondo posto, dietro il colombiano Lucho Herrera, sull'Alpe d'Huez che lo vestì di giallo, e i quasi tre minuti di distacco inflitti a Hinault, e l'ulteriore successo a La Plagne, dove Fignon diede altri tre minuti scarsi ad Hinault.


Laurent Fignon, Tour De France 1989 | Anders | Flickr
Laurent Fignon


A Parigi, dopo aver dominato anche l'ultima cronometro del giorno prima, Fignon vinse con 10'32" su Hinault e 11'46" sul giovane campione del mondo Greg LeMond: un'apoteosi. Il vertice più alto della carriera di Laurent Fignon. Per la prima volta in carriera, Hinault non vinceva una grande corsa a tappe portata a termine. Fignon, a quasi 24 anni, pareva predestinato ad una carriera leggendaria. Un corridore antico, Fignon perché costantemente votato all'attacco o al contrattacco, mai attendista, sempre avviato ad azioni sorprendenti e spettacolari. Distacchi come quelli appena ricordati, inflitti a corridori di tale spessore, profumano di anni '40 e '50. In quel Tour, Fignon e LeMond correvano nella stessa squadra. Fino all'anno prima, Fignon era stato compagno di squadra di Hinault. L'anno dopo, 1985, LeMond sarebbe passato in quella di Hinault. Cinque anni dopo, nel 1989, Fignon avrebbe perso da LeMond il possibile terzo Tour per la miseria di 8". Insomma, un podio magnifico, intricato, premonitore e letterario, quello del Tour de France 1984. Fignon, Hinault e LeMond hanno vinto, insieme, dieci Tour de France.

4 commenti:

  1. Hinault va detto che non era lo stesso di prima dopo il problema al tendine e la successiva operazione dell'anno precedente e arrivò a quel Tour dopo la peggiore primavera della sua carriera. Magari vinceva lo stesso, ma contro un Hinault nel massimo delle sue capacità sarebbe stato tutto fuorché una passeggiata di salute per Fignon. Di certo non avrebbe mai vinto quello dell'anno prima.

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    1. Vero. E l'anno dopo Hinault tornò a grandissimi livelli, replicando la doppietta Giro/Tour. Quel che impressiona del Fignon del 1984 è, però, la spregiudicatezza, la fiducia assoluta in se stesso, mi verrebbe da dire la "guasconeria" in corsa, se Fignon non fosse invece stato parigino. Fino ad allora, e certo stando bene fisicamente, Hinault aveva vinto le otto grandi corse a tappe portate a termine. Moltissimi in gruppo erano in soggezione con lui e correvano di rimessa. Fignon, no, si sentiva di poterlo battere e volle addirittura stravincere, certo anche approfittando della minor forma provvisoria dell'asso bretone. Del resto, anche nel 1983, alla Vuelta, che Hinault vinse, Fignon, da suo giovane gregario alla Renault, scalpitava. Vinse una tappa e fu settimo, ma si lasciò sfuggire che nessuno attaccava davvero Hinault. Grande temperamento e grande fantasia in corsa, Fignon. Poi, Hinault è stato più grande in carriera. Nettamente più grande.

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    2. Nel suo libro comunque Fignon ne parla decisamente bene di Hinault e sembrava rispettarlo, ed è cosa rara perché ne ha un po' per tutti dei suoi compagni, da LeMond a inizio carriera fino a Bugno alla fine, quindi penso fosse cosa sincera. Tra l'altro racconta pure di come ha imparato tutto da lui seguendolo pedissequamente ad ogni occasione già prima di diventare suo compagno.

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    3. Lo rispettava eccome. Era il suo riferimento, il riferimento di tutti Hinault, in quegli anni. E Fignon voleva superarlo. Cosa che gli riuscì, però, solo in quel Tour del 1984. Anche Hinault, a propria volta rispettava Fignon. E volle partecipare, molto commosso, al suo funerale.

      Quanto a Bugno, non legarono minimamente. Fignon era a fine carriera e avrebbe dovuto fare da luogotenente a Bugno. Ma non era tagliato per quel ruolo. Se non ricordo male, poi, nella cronosquadre del Tour, Bugno tenne troppo alta l'andatura mandando in crisi Fignon e altri compagni di squadra. Fignon decise di correre in proprio.

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