La Lazio è come se avesse tirato i remi in barca negli ultimi 500 metri di un 2.000 m di canottaggio. Quando il primo posto sarebbe stato alla portata di uno sforzo supremo, per il quale sarebbero però servite energie ormai esaurite. Sì perché la Lazio ha perso contro un Lecce non irresistibile, prima di scoprire quanto vulnerabile sia questa Juve di Sarri. Travolta 4-2 dal Milan, dopo il doppio vantaggio iniziale. Subendo nel giro di 18' un passivo parziale di 4-0, addirittura i primi tre gol milanisti incassati in cinque minuti. Segno inequivocabile di gambe fiacche e morale basso.
Se la Juventus alla fine, come resta probabile, vincerà il nono scudetto, sarà stato soprattutto per l'insipienza degli avversari. E, segnatamente, dell'Inter di Conte. Perché la Lazio ha pagato il cambio di programma imposto dal Covid, non essendo attrezzata per giocare ogni tre giorni.
L'Inter, costantemente ripresa da situazioni di vantaggio, nelle quali la salda guida del tecnico conta almeno quanto la tanto reclamata personalità dei giocatori, se avesse mantenuto il risultato acquisito contro Sassuolo e Bologna, ora sarebbe a -6 dalla Juve, con la possibilità di portarsi a -3 vincendo a Verona. Gettata via una grandissima occasione. Non deliravo quando consideravo lo scudetto ancora possibile. Sarebbe bastato aver ragione di avversari meno forti. Come Sassuolo e Bologna, peraltro affrontati in casa.
Nessun commento:
Posta un commento