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venerdì 23 novembre 2018

I migliori tridenti del calcio italiano

Tridente, storica arma tattica, qualche volta strategica, nel gioco del calcio. Propongo una classifica, arbitraria come tutte le classifiche, dei migliori tridenti del calcio italiano, dal decimo posto a salire. Resta inteso che molti grandi giocatori non compaiono, perché non giocavano in un tridente vero e proprio.

10. Rambaudi, Baiano, Signori (Foggia).

Squadra quanto mai sbilanciata, il Foggia di Zeman, fondata su un 4-3-3 ortodosso ed estremo. Un mucchio di gol presi, un mucchio di gol segnati, un tridente offensivo di rara efficacia. Rambaudi a destra, corsa e strappi, la tecnica superiore di Baiano in mezzo, rapidissimo, il sinistro tonante di Signori. Tutti loro hanno poi continuato a far bene, soprattutto Signori, ma la spettacolarità del gioco offensivo di quel Foggia resta unica.

9. Vialli, Ravanelli, Del Piero (Juve)

La forza fisica ed acrobatica di Vialli, il talento limpido di Del Piero, la corsa e la tenacia di Ravanelli, mai più visto a quei livelli. Il ritorno alla vittoria della Juve con Lippi.

8. Rossi, Platini, Boniek (Juve)

Rossi era già declinante, dopo i vertici toccati nelle ultime tre partite del Mundial di Spagna, ma Platini giganteggiava, mai un tocco di più, il pallone sempre dato via prima, intelligenza calcistica superiore, mentre Boniek, più in Coppa che in campionato, scattava come un fulmine. Molte vittorie.

7. Totti, Batistuta, Delvecchio (Roma)

Terrificante la potenza del tiro di Batistuta, dal carisma unico, Totti giocatore iconico, repertorio tecnico infinito, trequartista totale nella Roma di Capello, che vinse lo scudetto, Delvecchio era l'equilibratore, ala tornante dai gol pesanti.


6. Altobelli, Beccalossi, Muraro (Inter)

Altobelli è stato il centravanti più completo che abbia visto, due piedi, colpo di testa formidabile e tecnica superiore, dribblava come un dieci, ma il dieci era Beccalossi, talento umbratile, genio scostante, dipingeva assist magnifici, due piedi anche lui, ma mancino, mentre Muraro era corsa e potenza e stacco imperioso. La colonna offensiva dell'Inter di Bersellini. Sfiorarono anche la Coppa dei Campioni del 1981.

5. Garlaschelli, Chinaglia, D'Amico (Lazio)

Il tridente mitico della squadra più pazza e letteraria del calcio italiano, la Lazio scudettata di Maestrelli. Chinaglia era un centravanti sgraziato ma poderoso, fisicamente dominante come solo Noradhl prima di lui, goleador di razza, innescato dal talento purissimo di D'Amico, un virtuoso del dribbling, che accostavano, agli esordi, a Di Stefano, mentre Garlaschelli, all'ala destra, correva e segnava, segnava moltissimo.

4. Boniperti, Charles, Sivori (Juve)

Boniperti arretrato ad ispirare, Charles monumentale, ad arpionare i palloni alti, a sfondare le difese avversarie, e Sivori, dribblomane, virtuoso del tunnel, talento bizzoso e scapestrato, per la tecnica, maradoniano ante litteram.

3. Kakà, Inzaghi, Schevchenko (Milan)

Nel Milan di Ancelotti, Schevchenko, tra i maggiori attaccanti della storia, scatto, tiro potente e preciso, gol a grappoli nelle partite importanti, si sommava alle progressioni di Kakà e al cinismo sotto porta di un opportunista unico come Inzaghi.

2. Maradona, Giordano, Careca (Napoli)

La Ma.Gi.Ca., la presenza di Maradona basta da sola, atteso che Maradona è stato il più forte di tutti, di sempre e per sempre. Enorme la tecnica di Giordano, il Tostao italiano, e la qualità di goleador completo di Careca. Mai più visti fraseggi stretti di quel livello. Forse con Messi, Eto'o e Henry. Ma, Maradona era di un'altra categoria.

1. Lorenzi, Nyers, Skoglund (Inter)

Due scudetti con l'Inter di Foni, la rapidità astutissima del centravanti Lorenzi, miscelata con la forza dirompente di Nyers, ala goleador, dal tiro imprendibile, e con il magico sinistro di uno svedese di vocazione più che sudamericana, come l'immenso Skoglund.

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