Tappa solenne domani, 14 luglio e festa nazionale per i francesi, al Tour de France 2016, da Montpellier al Mont Ventoux, il monte calvo, spazzato dal terribile Mistral, cantato dal Petrarca, che ha consacrato le vittorie di Gaul e di Poulidor, di Merckx e di Thevenet fino al Froome del 2013, quello lunare come il paesaggio della vetta di Provenza con una frequenza di pedalata mai vista prima. La maglia gialla è favorita? Non lo so. Ma direi di no. Perché gli attacchi imprevisti degli ultimi giorni li ho interpretati come il sintomo di una condizione imperfetta. Quintana o Bardet potrebbero anche staccarlo. Tutto può succedere anche che si ritrovi Aru e persino che risorga Pinot, per quanto appaia difficile. Di certo, nell'aria rarefatta del Mont Ventoux non si potrà bluffare. Poi magari finirà che Froome scatterà, con la sua proverbiale cadence de pedalage ed ammazzerà la corsa. Peccato, in ogni caso, che la salita sia stata accorciata di 6 km, per decisione dell'organizzazione del Tour.
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