Pirenei, Alta Garonna, si arriva a Bagneres de Luchon, tra le più celebri stazioni termali di Francia: acqua buona per le vie respiratorie. Oggi fa molto calde sulle strade del Tour de France, edizione 2012. I corridori salgono a fatica, magliette aperte e sguardo perso. Voeckler in fuga: l'alsaziano è da anni un eroe nazionale, tra gli ultimi capaci di interpretare il ciclismo alla maniera di una volta. Coraggioso ai limiti della temerarietà. Vince a braccia levate in mezzo alla folla osannante, dopo avere domato montagne mitiche come il Tourmalet ed il Peyrisourde, tanto che domani correrà con la maglia pois, che indica il miglior scalatore del gruppo. Per la cronaca, a Bagneres de Luchon, Voeckler aveva già vinto dopo una grandissima azione nel 2010. Dietro il gruppo maglia gialla è tirato dal solito Froome, Evans non ce la fa: il vincitore dello scorso anno dovrà dire definitivamente addio al podio. Un crollo paragonabile a quello patito da Indurain al Tour del 1996. Nibali, scortato da Basso, pare pimpante. Tanto che Nibali attacca a poche centinaia di metri dall'ultimo gran premio della montagna per giocarsi tutte le sue carte nella discesa finale. E' Wiggins in persona a reagire. Sono le prime autentiche emozioni di un Tour sino ad ora sonnacchioso. E, tuttavia, Nibali avrebbe dovuto partire prima, anche a costo di saltare e di perdere il podio. Alla fine, Nibali, Wiggins e Froome arrivano assieme.
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