Ultima vittoria contro il maiorchino in una prova dello Slam: Wimbledon 2007. Da quel momento, Roger Federer è sempre uscito sconfitto negli scontri con Nadal in un torneo dello Slam. Riuscendo, invece, a sconfiggere l'eterno rivale al Masters, ad Amburgo, a Madrid. Insomma, dappertutto, ma non nei momenti davvero topici della stagione tennistica. Se non è una sindrome questa? Oggi, semifinali degli Open d'Australia, aveva iniziato bene, conquistando il primo set al tie-break, ma si era sciolto nel secondo, perso, 6-2, la svolta, nel terzo, che Nadal si aggiudicava al tie-break. Il quarto, com'era del tutto prevedibile, finiva all'asso spagnolo, che approda in finale, dove, con ogni probabilità, ritroverà Djokovic. E perderà. Cosa sarebbe stata, mi chiedo a questo punto, la carriera di Federer senza Nadal? Lo svizzero avrebbe da tempo varcato la soglia dei venti titoli dello Slam. Poi, mi chiedo ancora una cosa: ma, Nadal un poco di stanchezza non l'accusa? Possibile che rallenti soltanto ad ottobre? Corre, corre, corre, corre troppo. Come il Barcellona.
Federer ha dichiarato a fine partita: "Nadal gioca meglio". Meglio di lui, insomma. Una dichiarazione di resa più netta non sarebbe potuta venire dall'asso svizzero. Il problema, manco a dirlo, è psicologico. Federer ha più colpi e più tocco, dovrebbe spuntarla contro tutti, anche contro Nadal. Almeno, la maggior parte delle volte. Soffre l'aggressività dello spagnolo, questo è vero, ma non capisco perché accetti passivamente la sfida da fondocampo. Uno come lui potrebbe giocare anche tutta la partita all'attacco, servizio e subito a rete. Risposta, anche tagliata, e subito a rete. Nadal, ci scommetto, ne sarebbe disorientato. Con questa arrendevolezza, anche verbale, Federer sta sciupando occasioni dietro occasioni. Cambiare tattica non potrebbe che fargli bene. Soprattutto ora che è stato doppiato da Nadal negli scontri diretti: 18 sconfitte contro 9 vittorie. Questo bilancio non rende onore a Federer.
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