Nel pugilato, i mancini godono di controversa reputazione. Ricevono e restituiscono pugni come tutti i boxeur e, tuttavia, si ritiene da sempre che siano gli avversari più difficili da affrontare. Tralasciando le spiegazioni più complicate, secondo il monito di Occam, è perché montano una guardia rovesciata rispetto ai destrorsi, che sono, è , noto, la maggioranza. Anche fra i pugili. E nel calcio? Nel calcio, quando si parli di mancini, e della loro peculiarità, si allude specialmente ai fantasisti, a quei giocatori per solito provvisti di scarso dinamismo, tuttavia pareggiato ed anzi superato da una straordinaria abilità tecnica e, vieppiù, da una fantasia innata, tale da permettere e suggerire giocate inattese, impreviste, spiazzanti. Orsi, Sivori, Maradona, per citare tre grandissimi argentini in ordine crescente di valentìa, e Maradona, a dire il vero, svetta su qualunque altro giocatore di ogni epoca, avevano questa capacità congenita: danzavano sul pallone, con il pallone ed intorno al pallone, senza che il malcapitato difensore potesse intuire la scelta, la direzione, l'intenzione della loro giocata. Mancini, nel calcio, è sinonimo di artisti. Troppo nota essendo la mia simpatia per Recoba, non dirò di lui. Sarebbe troppo facile.