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giovedì 28 aprile 2022

Simone Inzaghi deve migliorare

Supercoppa italiana vinta, ottavi di Champions ben giocati contro il Liverpool, finale di Coppa Italia raggiunta e, tutto sommato, sebbene da ieri con minori speranze di successo, ancora in corsa per lo scudetto a quattro giornate dalla fine. Il bilancio di Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter non può considerarsi negativo. E negativo non è. Detto questo, il tecnico nerazzurro deve migliorare. Soprattutto nella gestione della tensione, che finisce per attanagliare la sua squadra e i suoi giocatori nei momenti solenni. Inzaghi può arrivare fino ad un certo punto, perché la personalità, mi riferisco ai giocatori, è come il coraggio manzoniano: se uno non ce l'ha, non se la può dare. Ieri, sui volti degli interisti, su molti di quei volti, si leggeva la paura (Radu, Dimarco) o la malavoglia (Dzeko). Avevo scritto che del Bologna temevo Arnautovic, che stava bene. Era l'unico vero pericolo che portasse il Bologna. Il mismatch con Dimarco è stato clamoroso. Di più, Dimarco, che mi è simpatico, perché nerazzurro autentico, non è proprio un cuor di leone. E forse giocare con la maglia della squadra che ha sempre tifato lo condiziona. Non dimentico il rigore sbagliato nel finale contro l'Atalanta. O l'errore all'andata contro la Lazio. Ha piede mancino raffinato ma non brilla in difesa. E non può tenere un colosso come Arnautovic. A certi livelli, contano i dettagli. Schierare Dimarco è stato un errore. E mi chiedo cosa sia successo all'intervallo. Cosa abbia detto Inzaghi alla squadra. Certe partite si vincono con la testa. E un allenatore deve lavorare sulla testa dei giocatori. Non sempre ci è riuscito in stagione. Le sette partite con solo sette punti raccolti ne sono un esempio emblematico. Non si può sempre vincere con il gioco. E non è obbligatorio giocare sempre con mille passaggi da dietro. Che diventano sempre più rischiosi con l'aumentare della pressione. Certe partite si vincono di forza, di temperamento. E senza il nervosimo, che, per esempio, attraverso da troppo tempo Barella. Se l'Inter non vincerà lo scudetto, sarà una delusione. Non la più grande della nostra storia, ma una delusione. Poiché l'Inter è la squadra più forte di questo campionato. E, in quel caso, Inzaghi avrà una parte di responsabilità.

2 commenti:

  1. Il campionato italiano è mediocre, ma non mi sembra che ciò sia una grande novità.
    Lo è da svariati anni e risultati internazionali lo testimoniano.
    Non capisco però perché lo si debba considerare tale solo adesso , nel momento i cui le prime della classe non fanno più il vuoto dietro di loro.
    Secondo i cronisti nostrani, un campionato come, ad esempio, 2013/14 con la Juve prima a 102, la Roma seconda a 85 e il napoli terzo a 78 sarebbe un campionato di spessore? Stesso ragionamento per il campionato 2018/19, con la Juve campione d’italia praticamente a marzo?...
    Sta mania di calibrare il valore del campionato in base ai risultati delle grandi mi sembra una bella forzatura.
    Detto questo, Inzaghi è l’allenatore della squadra più forte, ma le rivali non sono di molto più deboli.
    Comunque vada, ci sarà un tecnico campione d’italia per la prima volta.

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    1. Sì. E la prima vittoria di un certo spessore è sempre la più difficile.

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