Inter: 19^ scudetto con 4 giornate d'anticipo
1910, 1920, 1930, 1938, 1940, 1953, 1954, 1963, 1965, 1966, 1971, 1980, 1989, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2021
È arrivato il diciannovesimo scudetto della storia nerazzurra. Undici anni dopo l'ultimo, datato 2010. Il pareggio dell'Atalanta sul campo del Sassuolo scrive matematicamente la parola fine sulla vittoria della serie A 2020/21. Ha vinto l'Inter! Che ha tredici punti di vantaggio a quattro giornate dalla fine del campionato. Da gennaio, in avanti, abbandonati esperimenti e senza più l'alibi del mercato, con Eriksen stabilmente in campo, l'Inter ha cambiato passo. È andata in fuga e ha tagliato il traguardo con netto anticipo. Interrotta una lunga astinenza da successi. L'ultimo era stato la Coppa Italia nel 2011. Solo tra il 1940 e il 1953, l'Inter aveva conosciuto un periodo più lungo e altrettanto avaro di soddisfazioni. Di mezzo, però, c'era stata anche la Seconda Guerra Mondiale. Per questa ragione, l'affermazione odierna merita di essere celebrata con sportiva solennità. I tifosi nerazzurri, come chi scrive, hanno dovuto attingere a tutta la pazienza possibile. Era ora! "Diu parturit leaena, sed leonem".
Conte che aveva fatto solo disastri nella prima parte di stagione ha avuto il merito di rivedere alcuni suoi dogmi. Non mi riferisco al modulo, ma agli interpreti: il più grande merito è stato l'aver accantonato il figlio (bidon) prodigo Vidal per rilanciare ERIKSEN. Entrambi passeggiano per il campo ma almeno il danese lo fa portando sprazzi di qualità in un centrocampo che prima ne aveva davvero poca. Fateci caso: da quando è stato fatto fuori il cileno la squadra ha cominciato a volare. Comunque credo che un contributo importante sia arrivato anche da 2 giocatori che nel finale hanno reso oltre le aspettative e mi riferisco a Perisic (che si è applicato in un ruolo non suo con spirito di abnegazione) e Darmian, arrivato tra lo scetticismo generale ma autore di prestazioni solide e un paio di gol pesantissimi. Hakimi, Lautaro e Barella si sono confermati giocatori fondamentali seppure con alcune pause. Skriniar è tornato ai suoi livelli, dopo aver digerito la difesa a 3. Ma il vero leader, tecnico e umano è stato Lukaku che si è caricato la squadra sulle spalle nei momenti difficili. Il narratore non so per quale ragione non ha lesinato critiche nei confronti del belga ma, di una cosa sono certo, nessun interista rimpiange più palo di legno Icardi.
RispondiEliminaDi certo, Conte ha riconosciuto ed emendato molti errori che, a parer mio, erano già costati lo scudetto della passata stagione e l'Europa League, amaramente persa in finale. Partita, per replicare alla richiesta di chiarimenti sulle critiche a Lukaku, che il centravanti belga fallì in modo clamoroso. Lukaku, l'ho scritto tante volte, lo considero un grande attaccante. Anni fa, parlando dei tre migliori centravanti classe '93, dissi che per me erano, nell'ordine, Kane, Icardi e Lukaku. Non ho mutato avviso. Detto questo, Lukaku è fortissimo in campo aperto, quando possa liberare i moltissimi cavalli del suo motore, meno in spazi stretti, dove spesso i suoi controlli sono impervi, figli di una tecnica non raffinata. Tira bene, però. Domina i confronti fisici, lotta con generosità e tiene moltissimo alla squadra. Non brilla, a dispetto della statura, nel gioco aereo, oltre che, come detto, nel primo controllo. Insomma, la mia posizione su di lui è articolata. La sua, a parer mio, è stata comunque, in campionato, una stagione da 8. Tornando, invece, a Conte, sì, da un certo punto in avanti ha fatto bene e sbagliato poco o niente. Quando ha capito di dover arretrare il baricentro della squadra, che prendeva, ricorderai, all'inizio, due gol a partita. Quando ha puntato definitivamente su Bastoni, rinunciando allo sfiatato Kolarov. Quando - e sono certamente d'accordo - ha valorizzato Perisic ed Eriksen.
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