Campionato squilibrato, come mai prima. La Juve passeggia contro una Fiorentina dimessa, coglie il tredicesimo successo in quattordici partite e tocca quota quaranta punti! Inaudito. La serie A si è trasformata in una versione mediterranea della Ligue 1 o della Bundesliga. Con corsa per il titolo conclusa dopo mezzo campionato. Com'è potuto accadere? Prima della deriva del calcio globalizzato, la serie A aveva sviluppato anticorpi contro lo strapotere del calcio ricco, regalando, ogni lustro, una sorpresa. Nel dopoguerra, i due scudetti della Fiorentina, i due scudetti della Lazio e della Roma, il tricolore del Bologna e del Cagliari e del Torino e del Verona e della Sampdoria, i due titoli del Napoli di Maradona. Ora, invece, si va verso l'ottavo scudetto della Juve. Che è forte, ma, contro di lei, molte squadre scendono in campo con atteggiamento rinunciatario, con rassegnazione, come se la sconfitta dovesse giungere comunque. Inesorabile e fatale. L'assenza d'incertezza toglie fascino al campionato. L'Inter pareggia a Roma, in mezzo ad un paio di errori arbitrali gravi, uno per parte, e raggiunge il Napoli al secondo posto, ma gli azzurri sfideranno stasera l'Atalanta. Vince il Milan, con fortuna contro il Parma, il Chievo di Pellissier strappa un punto alla Lazio di Ciro Immobile. Torna al successo la Sampdoria, imitata dal Torino. Venerdì, derby d'Italia. L'Inter giocherà sul campo della Juve. Una vittoria nerazzurra servirebbe moltissimo. Non solo all'Inter, ma alla serie A. Noiosa più dell'Arsenal di Brady.
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