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lunedì 2 luglio 2018

Russia 2018: nessun calcio diverso!

Sconcerti scrive sul Corriere della Sera, che starebbe nascendo un calcio diverso. A me non pare. E non darei soverchia importanza all'assenza dell'Italia, già assente ai mondiali del 1958, né alle precoci eliminazioni di Germania, Argentina e Spagna. Perché la Germania era reduce da quattro mondiali conclusi tra le prime tre (seconda nel 2002, terza nel 2006, terza nel 2010, prima nel 2014): era fatale un passaggio a vuoto. Anche per crisi di motivazioni. Eppoi, senza un centravanti di ruolo, raramente si vince nel calcio. Specialmente in una competizione breve ed intensa. Le squadre che stanno venendo alla ribalta, poi, non sono prive di quarti di nobiltà calcistica. Il Belgio, quello del giovane Scifo, di Pfaff, di Gerets fu già semifinalista a Messico '86, travolto dal genio di Maradona. La Croazia fu terza e Francia '98, peraltro erede della ex Jugoslavia, quarta nel 1930 e nel 1962. Nel calcio, non ci si improvvisa. Vieppiù, ai mondiali. Se escludiamo la Bulgaria 1994 e la Corea del Sud, favorita dagli arbitraggi nel 2002. La Russia è erede dell'URSS, quarta ai mondiali del 1966. Non basta. Perché il Belgio ha tradizione anche agli Europei: secondo posto nel 1980. Mentre la vecchia URSS vinse gli Europei del 1960 e fece la finale, persa contro l'Olanda, nel 1988. E la Russia fu semifinalista agli Europei del 2008. La stessa Svezia, che giocherà domani contro la Svizzera, vanta ai mondiali un quarto posto, nel 1938, due terzi posti, nel 1950 e nel 1994, un secondo posto, nel 1958. Per contro, la Spagna, prima del successo nel 2010, ai mondiali al massimo era arrivata quarta, nel 1950. E l'Argentina, spesso ha deluso ai mondiali. Negli anni '60, per esempio. 

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