Presentato il percorso del Tour de France 2018. Un Tour che mai e poi mai Indurain avrebbe potuto vincere. Come nel 2017, si correrà poco contro il tempo, solo una trentina di chilometri individuali nei paesi baschi francesi. Tappa, peraltro, vallonata, non proprio da specialisti. E poi una cronosquadre. Che avvantaggerà la Sky di Froome, che, invece, secondo alcuni osservatori, gli origanizzatori vorrebbero spodestare. Anche le tappe più brevi, i minori chilometri complessivi, a mio modo di vedere, favoriranno il controllo della corsa da parte delle formazioni, Sky su tutte, più solide ed attrezzate. Ci sarà il pavé, più che in passato. Ecco, questo potrebbe essere un problema per Froome, che non guida il mezzo con la perizia di un Sagan, di un Nibali o di un Alaphilippe. E che non ha un fisico adatto, troppo alto e leggero, a resistere agli urti e agli scossoni. Epperò, una ventina di chilometri passa in fretta. Farà attenzione, Froome, desideroso di appropriarsi del quinto alloro, che lo assimilerebbe ad Anquetil, Merckx, Hinault ed Indurain. Bardet ha dichiarato di sentirsi favorito da questo percorso. Secondo me, finirà giù dal podio. Detto questo, il percorso del Tour de France 2018 a me non piace. Poco spazio per i fondisti. Poco spazio per le invenzioni e gli attacchi a lunga gittata. Difficilissimo che non rivinca Froome, aiutato dalla sua squadra corazzata.