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giovedì 3 febbraio 2022

Il calcio degli anni '40: da Valentino Mazzola a Pedernera

La decade meno ricordata nella storia del calcio del secolo scorso è quella che va dal 1940 al 1949. Per tante ragioni, a cominciare dalla Seconda Guerra Mondiale, sì, scritta con le maiuscole, che funestò il primo lustro di quell'epoca: era iniziata nel 1939. Tanto che non si disputarono i mondiali del 1942, mentre infuriava il conflitto, e neppure quelli del 1946, quando la ricostruzione era appena cominciata e l'Italia era dopo poco, e tra mille polemiche, divenuta una Repubblica. 

E fu una sfortuna che a grandi, grandissimi giocatori fu sottratta la possibilità di mostrare il loro talento in una competizione planetaria.

Tre squadre si distinsero in mezzo a tutte le altre: il River Plate, il Torino, la Honved. L'Argentina, come tutto il Sud America, ebbe la fortuna di rimanere fuori dal conflitto. A Buenos Aires, fiorì una generazione irripetibile di fuoriclasse, tutti accasati al River Plate. Quella squadra strappava applausi a scena aperta e mostrava automatismi di gioco così collaudati, da sembrare una macchina, una maquina. Il favoloso centravanti Pedernera, che molti considerarono a lungo il miglior giocatore di sempre - la pensava a questo modo anche Di Stefano, che gli avrebbe tolto il posto di titolare al River nel 1946 -, Labruna, Loustau, Moreno e Munoz erano i cinque dell'attacco formidabile di quella squadra irripetibile.

Adolfo Pedernera


Nello stesso torno di tempo, il presidente del Torino Ferruccio Novo, era il 1942, ingaggiava dal Venezia una promettente coppia di mezzali, Valentino Mazzola e Loik, che avrebbero costituito l'ossatura del Grande Torino, una squadra che smise di vincere, dopo cinque campionati consecutivi, con la pausa da guerra tra il 1943 e il 1945, solo per il tragico schianto di Superga, di ritorno da una trasferta in Portogallo. Il Grande Torino fu, in Italia e in Europa, quello che il River Plate rappresentò in Argentina e in Sud America. Valentino Mazzola, capitano eccelso, uomo ovunque sul campo, antesignano di Di Stefano e di Cruijff, e insuperato trascinatore, fu l'antagonista di Pedernera per il titolo di migliore del suo tempo. La fine tragica di quel Toro il 4 maggio del 1949 consegnò la squadra alla leggenda.

Il Grande Torino


Subito dopo la guerra, in Ungheria, a Budapest, mentre gli artigli dell'URSS avvinghiavano la vita politica magiara, si affermava la Honved, dell'ala Puskas, un mancino dal tiro potentissimo e dal tocco felpato, dalla progressione irresistibile e dal gol facilissimo, asso tra gli assi. Attorno a lui, fioriva una squadra magnifica, che si sarebbe trasferita di peso nella nazionale ungherese, capace di stupire il mondo nei primi anni '50.

Il campionato italiano, sospeso nella sua espressione nazionale tra il '43 e il 45', fu vinto dall'Inter orfana di Meazza nel 1940, dal Bologna nel 1941, dalla Roma di Amadeo Amadei - primo titolo assoluto - nel 1942, poi dal Torino (1943, 1946, 1947, 1948, 1949).

Nel 1948 lasciò la guida tecnica della nazionale italiana Vittorio Pozzo, che aveva guidato gli azzurri alla vittoria dei mondiali del 1934 e del 1938 nonché delle Olimpiadi di Berlino del 1936. Fatali gli furono le sconfitte contro l'Inghilterra (4-0 a Torino) di Mortensen, autore di un gol sopravvalutato e Stanley Matthews, e contro la Danimarca (5-3 alle Olimpiadi di Londra, in agosto) del poderoso centravanti Praest, che un anno dopo sarebbe approdato alla Juve. Quelle Olimpiadi, le avrebbe poi vinte la Svezia di Gren, Liedholm e Nordahl, autore di tre gol in finale contro la Jugoslavia. Tutti e tre sarebbero approdati in serie A, al Milan. 

Si chiudeva, invece, per gli azzurri, un'era ricca di successi e se ne preparava un'altra, avarissima di soddisfazioni. La ricordata scomparsa degli assi del Grande Torino l'anno dopo si sarebbe combinata con le difficoltà di una generazione, nata a cavallo degli anni '30, fortemente penalizzata dalle ristrettezze, persino alimentari, degli anni di guerra. Negli anni '50, in serie A, con poche eccezioni, avrebbero furoreggiato gli assi stranieri, specialmente nordeuropei, e nessun successo internazionale avrebbe arriso alla nazionale italiana addirittura sino al 1968.



sabato 23 novembre 2019

Flamengo-River Plate 2-1: doppietta di Gabigol. Il Flamengo vince la Copa Libertadores 2019, la seconda della sua storia

Dopo quella con Zico, nel 1981, il Flamengo conquista la seconda Copa Libertadores della sua storia. L'eroe, questa volta, è Gabriel Barbosa, in arte Gabigol, che segna la doppietta con cui il Flamengo, in rimonta, piega il River Plate. È un grande attaccante Gabigol. Un centravanti però. Un'altra vittima dell'ossessione spallettiana per il 4-2-3-1.

lunedì 10 dicembre 2018

Coppa Libertadores 2018: trionfa il River Plate

Telenovela terminata. La Copa Libertadores 2018 è stata conquistata dal River Plate, al quarto successo nella massima competizione continentale sudamericana. E scrivo continentale perché, al netto della geografia, il Sud America fa stato a sé. Per lingua, cultura e tradizione. Tanto più nel calcio. Sconfitto il Boca Juniors. Il trionfo del River Plate, dopo gli incidenti di Buenos Aires, è andato in scena al Bernabeu di Madrid. Partita di non elevati contenuti tecnici e tattici, ma di straordinario impatto emotivo. 

domenica 11 novembre 2012

Lazio- Roma: chi vincerà il derby?

Il derby è il derby, ma, a Roma è più sentito che altrove. Nel mondo, il paragone regge soltanto con il duello Boca Juniors - River Plate a Buenos Aires. Quello di oggi pomeriggio, sarà un derby molto delicato. Perché la Lazio è reduce dalla disfatta di Catania, parzialmente riscattata dalla vittoria in Europa League, laddove la Roma, dacché è tornato Zeman, vive su una giostra di spiazzanti alti e bassi. Per entrambe le formazioni della Capitale, perdere significherebbe precipitare in un pantano di polemiche senza fine. Sicché, il motto sarà "safety first", anzitutto non prenderle. Il centrocampo della Lazio è più forte, con Hernanes, Ledesma ed il nuovo Candreva, pronto anche per la nazionale. La Roma ha più soluzioni offensive ed un Totti in grande spolvero. Prevarrà chi avrà saputo gestire meglio la tensione.

lunedì 20 febbraio 2012

Il Nacional di Recoba batte il River Plate: 3-2

Debutto vittorioso del Nacional de Montevideo nel torneo di Clausura della Primera Division de Uruguay. Il Nacional, campione dell'Apertura, batte per 3-2, all'esito di una partita molto tirata il River Plate e guadagna la testa della classifica. Gallardo ha schierato Recoba titolare, a centrocampo, venendo ripagato dal Chino con l'assist del secondo gol, segnato da Viudez. Recoba, sostituito nella ripresa, è parso in buone condizioni: dovrà gestirsi al meglio, perché oltre al campionato, c'è la Coppa Libertadores da giocare in questi mesi. Come ho già scritto, il Nacional può arrivare in fondo alla competizione.