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martedì 13 ottobre 2015

Graziano Pellè al quarto gol in nazionale. È il miglior centravanti italiano

Tardi, ma è arrivato. Graziano Pellè ha stentato ad affermarsi. Ha dovuto cercare fortuna all'estero. Sembrava che non ce la facesse. Poi, dalla stagione 2012-13, allora militava al Feyenoord, ha preso a segnare con continuità disarmante. Quasi 60 gol in due stagioni in Olanda, lo sbarco in Inghilterra al Southampton, dove si è imposto rapidamente,  la nazionale con Conte. Ed i gol, oggi è arrivato, contro la Norvegia, il quarto in otto presenze con la maglia azzurra. Da anni lo indicò come il miglior centravanti italiano. E tale è, sebbene  continui ad essere sottovalutato al di qua delle Alpi. In carriera, Pellè ha segnato 121 gol.
*Aggiornamento del 15 ottobre 2015: voglio ricordare che ai mondiali under 20 del 2005, quelli che rivelarono al mondo il talento di Lionel Messi, l'Italia raggiunse i quarti di finale, eliminata inopinatamente ai rigori dal Marocco. Il centravanti di quell'Italia era Graziano Pellè, quattro gol nella manifestazione, come lo spagnolo David Silva, uno meno dell'altro spagnolo Ferando Llorente. Capocannoniere, con sei reti, fu, manco a dirlo, Messi. In quella manifestazione, brillarono anche i colombiani Guarin e Radamel Falcao, che poi la loro carriera, bene o male, l'hanno fatta e la stanno facendo. Pellè era forte già allora, poi, per mille ragioni, ha impiegato parecchio tempo per affermarsi nel calcio dei grandi. Adesso, possiamo dire che ce l'ha fatta.

4 commenti:

  1. Secondo me gli italiani dovrebbero essere più invogliati a fare esperienze all'estero, sono sempre stati restii ad emigrare (calcisticamente parlando) ma credo sia molto più utile per la loro crescita che costringerli a giocare in Italia con regolette tipo l'obbligo di schierare un tot di italiani o una limitazione agli stranieri come si vocifera da qualche anno e che IMHO porterebbero solo un danno a livello internazionale alle nostre squadre perché sarebbero costrette a far giocare giocatori tecnicamente inferiori se non ci fossero italiani di livello.

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  2. Concordo. Bisogna andarsi a cercare spazio dovunque ci sia. Anche perché il calcio italiano, complice una stampa spesso conformista, vive di molti partiti presi. Pellè è stato sottovalutato sempre. Quando ha cominciato a segnare tanto in Olanda si è ironizzato sul campionato olandese. Quando Conte l'ha chiamato, si è addirittura alluso alle comuni origini salentine. Poi, ha fatto bene in Premier League e qualcuno si è ricreduto. Ancora oggi, viene considerato privo di quei quarti di nobiltà che, chissà perché, vengono riconosciuti ad altri.

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  3. L'unica cosa utile che si potrebbe fare sarebbe abolire il campionato primavera e inserire i giocatori dai 17 ai 19 anni nei campionati professionistici tramite la creazione della squadre B così che abbiano modo di confrontarsi con il calcio professionistico fin da giovani come succede già da tempo in Spagna e Germania (e i risultati si vedono visto quanti giocatori sfornano le cantere) invece di fargli passare 2/3 anni in un campionato a parte che non gli porta alcun vantaggio e difficilmente lancia dei giovani in prima squadra.

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    1. Concordo. In Italia si arriva tardi al professionismo e molti talenti vanno perduti. Succede non solo nel calcio ma anche, tanto per fare un esempio, nel tennis. L'apprendistato dura sempre troppo.

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