Gli inglesi, sedicenti inventori del calcio moderno, disertarono le prime tre edizioni dei mondiali per un'invincibile spocchia: erano convinti di essere troppo superiori a tutti gli altri. Dopo la guerra, cambiarono idea, più per ragioni politiche che sportive, e parteciparono all'edizione del 1950 in Brasile. Persero per 1-0 contro la nazionale degli Usa, che era formata da soli dilettanti e furono eliminati al primo turno. Fu una sberla sportiva, che ancora si ricorda. Ieri sera, la compagine di Capello ha fatto, 60 anni dopo, ancora molto fatica contro la rappresentativa dell'ex colonia. Un pareggio per 1-1, che suona come un allarme per i bianchi d'Albione, che molti, compreso chi scrive, davano per favoriti alla vigilia. Rooney mi è parso sotto tono, Heskey più inconcludente che mai, Lampard e Gerrard dovrebbero giocare più lontani l'uno dall'altro. Quanto al portiere, invece, c'è poco da dire. E da fare. Credo che Capello, pragmatico come pochi altri, cambierà la formazione fin dalla prossima partita, schierando Crouch e, forse, Joe Cole dall'inizio.
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