Vittoria ai supplementari nel corso di una stagione parecchio tormentata per i New York Knicks e Bargnani, che è tornato a giocare con continuità da nemmeno due mesi, lasciandosi alle spalle un lungo calvario di infortuni. Finalmente, il centro romano, centro che però ha mani e percentuali dal campo del livello di una guardia, ha giocato una partita convincente anche sul piano difensivo. Non soltanto sedici punti a referto ma anche dieci rimbalzi, ampiamente sopra la deludente media di quattro a partita. Doppia doppia per lui, il che una volta tanto conferma quella che è sempre stata la mia idea: Bargnani è dominante, quando vuole. Anche nell'area pitturata. Il problema è che è stato viziato da un talento naturale che, credo involontariamente, gli ha tolto spesso la voglia di lottare sotto canestro, quella che aveva un mostro sacro della pallacanestro italiana come Dino Meneghin od un pivot pure di notevole rendimento come Magnifico. Entrambi, sì, anche Meneghin, tiravano peggio di Bargnani. Da tre quasi non tiravano. Epperò avevano una garra, che a Bargnani è generalmente mancata. Perché con la sua statura e la sua stazza, gli avversari dovrebbero avere paura a contendergli un pallone. Ed invece no. Detto questo, vorrei vedere Bargnani in una squadra capace di lottare per il titolo o, se non altro, di accedere ai play-off. Insomma, vorrei vederlo nelle cosiddette partite che contano, da dentro o fuori.