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venerdì 14 gennaio 2022

Giro d'Italia 1979: trionfo di Saronni su Moser

Il Giro d'Italia nel 1979 partì da Firenze, con una breve cronometro di 8 km e si concluse, secondo tradizione prevalente, a Milano. La prima maglia rosa fu appannaggio di Francesco Moser, che sperava di vincere la sua prima grande corsa a tappe. E invece ad imporsi fu il giovane avversario, Beppe Saronni, classe 1957, che con Moser avrebbe dato corpo e anima e polemiche ad una rivalità clamorosa, seconda solo a quella tra Bartali e Coppi, nel ciclismo italiano. Almeno per l'intensità con cui la vissero i tifosi dell'uno e dell'altro.

Saronni e Moser
                                                                     Giro d'Italia 1979

Torniamo alla corsa. Moser mantenne la maglia rosa fino alla settima tappa, per cederla proprio a Saronni dopo la cronoscalata dell'ottava, 28 km da Rimini a San Marino. Saronni l'avrebbe tenuta fino a Milano, conquistando il primo di due Giri d'Italia, garantendosi anche tre successi parziali, compresa la cronometro conclusiva da Cesano Maderno al capoluogo lombardo. Moser avrebbe chiuso al secondo posto della generale a 2'09", terzo lo svedese Bernt Johansonn, già nono l'anno prima, che vantava anche l'oro olimpico in linea alle Olimpiadi di Montreal 1976. Quarto posto per il francese Laurent, vincitore della Freccia Vallone del 1978, quinto per Contini. Da segnalare anche il decimo posto di Visentini, coetaneo di Saronni, cui avrebbe conteso la vittoria finale nel 1983, perdendo, e nel 1986, vincendo.

La vittoria di Saronni, in parte annunciata, fece molto rumore. Era dai tempi del Coppi debuttante, nel 1940, che un corridore così giovane, 22 anni ancora da compiere, non s'imponeva in un grande giro con tanta, disarmante personalità. Il Giro del 1979, peraltro, era stato disegnato dal grande Torriani per favorire Moser, dislocando cinque prove contro il tempo lungo il percorso, che avrebbero dovuto spianare la strada al grande specialista trentino. Saronni superò il rivale tre volte sul suo terreno: oltre ai detti successi di San Marino e Milano, Saronni superò Moser anche nella crono della decima tappa da Lerici a Portovenere, vinta da Knudsen.

martedì 14 aprile 2020

C'era una volta Giuseppe Saronni: 1^ puntata.

Classe 1957, Giuseppe Saronni, cresciuto in pista e azzurro alle Olimpiadi di Montreal 1976 nell'inseguimento a squadre, passa al professionismo nel 1977, che non ha ancora 20 anni. Il ciclismo si è appena lasciato alle spalle il lunghissimo regno di Eddy Merckx, mentre Gimondi, il maggior rivale del campionissimo belga, è alla penultima stagione della carriera. Le maggiori speranze italiane sono appuntate sulla classe e la tenacia del trentino Francesco Moser, uno che va forte dappertutto: si piazza nei grandi giri, vince le classiche, corre tutto l'anno, come qualcuno già non fa più. Saronni è un corridore unico nel suo genere. Ha uno straordinario spunto veloce, anzi, è proprio un velocista, uno che sa dominare le volate di gruppo, ma anche un fantastico finisseur, forte sul passo, si difende in salita, vuol vincere sempre. Va subito a bersaglio. Vince il Giro di Sicilia, breve corsa a tappe, si aggiudica tre classiche del calendario italiano: Giro del Friuli, Giro del Veneto e Tre Valli Varesine, la corsa più amata da Binda, che Saronni vincerà altre tre volte. Nel 1978, debutta al Giro d'Italia, dopo aver vinto la Tirreno-Adriatico ed un amaro secondo posto a Sanremo. Nella corsa della Gazzetta, Saronni è quinto, con tre tappe. Inizia una rivalità leggendaria con Moser. Nel 1979, Saronni vince da dominatore il Giro d'Italia e si sprecano i paragoni. Era dal successo di Coppi nel 1940 che un corridore così giovane non s'imponeva. Secondo è, manco a dirlo, Moser, a 2'09" da Saronni.