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domenica 9 aprile 2023

Parigi-Roubaix 2023: trionfa Van der Poel

Magnifico assolo di Mathieu Van der Poel. È sua la Parigi-Roubaix 2023. Resta solo a 15 km dal traguardo, quando cede Van Aert, anche a causa di un'improvvida foratura. L'asso olandese giunge da solo nel velodromo di Roubaix e conquista la seconda classica monumento della stagione dopo la Sanremo, la quarta in assoluto, avendo in passato conquistato anche due Giri delle Fiandre. Secondo il compagno di squadra Philipsen, terzo Van Aert. Quarto Pedersen, quinto lo svizzero Küng, sesto Ganna, che un giorno potrà vincere questa corsa meravigliosa. 

6 commenti:

  1. Ganna ha un problema immenso per questa corsa (e non solo), tecnicamente è imbarazzante. Da quando comincia il pavé fra ogni settore è un continuo attraversare paesini, curve e contro curve e lui le curve le fa quadrate a due all'ora e ogni volta prende 5 metri e deve sprintare per chiudere, sprinta una volta, sprinta 10 volte, sprinta 100 volte e poi arriva nel finale con le gambe in croce. Anche a Sanremo diceva che poteva seguire van der Poel sul Poggio, ma in discesa sarebbe rimbalzato, quelli dietro con lui l'hanno fatta pianissimo perché erano arrivati in cima cotti eppure nonostante ciò ad ogni curva faceva il buco e doveva sprintare per chiudere. Ma pure a cronometro, se il percorso è tecnico paga, ma tanto, e perde pure le corse quando se è dritto rifila tranquillamente 2/3 secondi al kilometro a chiunque segno che fisicamente ha una superiorità clamorosa.
    Fossi nella squadra io lo spingerei più a puntare alle corse a tappe che sono più lineari (l'unico problema sarebbero le discese ma ormai si va sempre più verso i monosalita...) e poi ha già dimostrato di andare forte in salita con il peso extra che si porta dietro, se dopo Parigi molla la pista e dimagrisce può solo migliorare. Nelle classiche rischia di fare il piazzato di lusso (se gli va bene, se è bagnato lo vedo proprio naufragare) perché le parti tecniche ci sono ovunque, forse solo la Gand-Wevelgem ha il finale quasi tutto dritto dove uno può andar via di potenza se c'è un gruppo non troppo folto ma anche lì ci devi arrivare, quest'anno con la pioggia è scivolato ancor prima dei muri...

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    1. Bene non guida, Ganna. Poi, il confronto con Van der Poel, va da sé, è impietoso. Però, tanti la Roubaix neppure la possono affrontare. Lui, con tutti i limiti che hai detto e che sono reali, comunque si è piazzato. Non sarà mai un drago in sella, ma può migliorare. Sulle corse a tappe, sono s'accordo, potrebbe puntare. Perdendo peso, poi, potrebbe migliorare anche nella conduzione del mezzo. Il problema è che l'Italia attualmente, oltre a lui, ha davvero poco altro.

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    2. Il problema (se si parla di vincere) è che non c'è solo van der Poel che guida bene, uno tipo Mohoric in due curve lo semina, ma anche solo in squadra ha Pidcock, che forse è pure meglio di van der Poel, e Turner, che se non si fosse rotto probabilmente sarebbe stato il leader visto che lo scorso anno entrò nei 10 al primo tentativo lavorando per van Baarle. E anche ipotizzando resti davanti fino in fondo se poi ha le gambe in croce e non può sprintare fa la fine di Boonen nel 2016.
      Certo potrebbe pure vincerla in qualche scenario di corsa impronosticabile visto che la Roubaix l'hanno vinta pure carneadi però centrare una primavera con mesi di allenamenti mirati come ha fatto lui per tentare di fare l'Hayman, il Vansummeren o il Backsted della situazione quando potrebbe vincere molto più facilmente altrove mi pare uno spreco. Tra l'altro mi domando quanto utili siano certi allenamenti? Non era meglio fare il Fiandre che almeno ti alleni alle stradine e alla concitazione? Che anche sullo stare in gruppo mi pare assai limitato, quando hanno attaccato i Jumbo ai -102 non si sa dove fosse, è riapparso da dietro dopo Aremberg quindi ci sta si sia fatto un 15 km alla morte per rientrare da solo da dietro. E pure alla Tirreno ricordo una tappa dove si era spezzato il gruppo e ha dovuto fare un fuorigiri pazzesco per rientrare da solo.
      Per migliorare a 26, quasi 27, anni non so cosa possa fare, pur essendo nato e cresciuto in pista non ha mai provato in vita sua una corsa a punti o una madison dove stando in gruppo senza freni migliori per forza nella guida del mezzo e non credo si metterà mai ad andare in MTB o fare cross. Magari è convinto di poter staccare tutti di potenza e gestire il vantaggio nei tratti a lui meno congeniali ma ce ne vuole, non credo sia un caso che tolte le cronometro ha vinto solo due corse e venendo dalla fuga del mattino (che è una bella differenza rispetto a seminare i più forti).

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    3. Per vincere una Roubaix, certo, Ganna avrà bisogno anche di una cospicua dose di buona sorte: la condizione imperfetta degli avversari migliori, un incidente meccanico che capiti agli altri e non a lui, e una guida più sicura, sulla quale potrebbe lavorare. Non so con quale profitto, ma potrebbe lavorarci. Per quanto riguarda le corse a tappe, invece, potrebbe cercare di emulare Wiggins. Ciò che non dovrebbe più fare, con il suo "motore", è il gregario per gli altri. Come, per fare un altro esempio, non vorrei più vedere Van Aert tirare per Roglic al Tour, ma fare corsa in proprio.

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    4. Van Aert più lo vedo correre più mi sembra uno che è gregario dentro, gli manca proprio la voglia di primeggiare, la fame di vittoria da campione, il fuoco sacro da capitano, eppure i suoi mezzi gli permetterebbero di essere qualsiasi cosa. Quando deve lavorare per altri si esalta e va come un treno mentre quando deve finalizzare sembra gli calino i giri del motore, poi certo è fortissimo quindi si piazza sempre però non pare mai dominante e subisce sempre qualcuno. Poi ha quegli atteggiamenti che non sono da campione, che mostrano proprio la mancanza di fame di vittoria, come spostarsi e far vincere il compagno, gente tipo Evenepoel e Pogacar farebbe la volata pure con la madre in Graziella nell'uscita domenicale al parco, o lamentare sofferenza per dover far sempre risultato arrivando a preferire farsi una Tirreno a spasso come quest'anno piuttosto che lottare per vincerla come nel 2021. Anche la storia del "mi interessa vincere solo Fiandre e Roubaix" mi pare una scusa per giustificare il fatto che salta Omloop, Kuurne e Strade Bianche, fa la Tirreno a spasso, alla Gand (buttala via...) corre per il compagno, invece di andare alla Liegi preferisce andare in vacanza. Ora a giugno fa il Tour de Suisse, se volesse potrebbe vincerle tutte le tappe ma manco ci proverà e poi al Tour farà il fenomeno tirando per Vingegaard e al Mondiale puntualmente finirà secondo o terzo, la cronometro manco ci pensa, troppo faticoso, e lì chiuderà bandone con tipo 35/40 giorni di gara. Non dico le dovrebbe vincere 35/40 corse ma una ventina con le capacità che si ritrova dovrebbe essere la norma, mai visto uno spreco di talento del genere.

      P.S.: sono sempre Nirvana, da mobile posso commentare solo come anonimo.

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    5. Hai descritto alla perfezione Van Aert e le sue ultime stagioni. Qualcosa davvero gli manca in termini di volontà di affermazione. Mai visto un campione cedere, a inizio stagione, una corsa come la Gand-Wevelgem. Certi gesti di generosità si possono ammettere dopo aver messo 20 corse nel carniere. E non deve trattarsi di una classica. Certo che è stato, negli ultimi tre anni, ventesimo, diciannovesimo e ventiduesimo al Tour, tirando senza risparmio per Roglic e per Vingegaard e conquistando tappe. Se ne avesse voglia correrebbe, se non per vincere, almeno per il podio o per le posizioni a ridosso del podio. Poi, per dirla tutta, al suo posto, ma anche al posto di Van der Poel, considerata l'età che entrambi hanno raggiunto, mi dedicherei solo alle corse su strada, anziché spendere tante energie nel cross. Comunque, o Van Aert si sveglia o rischia di disperdere la metà del suo talento. Uno stimolo, penso, potrebbe venirgli dalla rivalità con il connazionale Evenepoel, uno che, come ricordavi, vuole vincere tutto, sempre.

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