La storia di Matt Le Tissier
Cognome francese, ma profondamente inglese nell'aspetto e nei modi, Matthew, detto Matt, Le Tissier, ribattezzato Le God, è uno dei giocatori più sottovalutati nella storia del calcio d'Albione. E non solo. Un irregolare, con pochissima vicinanza alle regole auree dell'atleta disciplinato, aveva la costituzione di un peso massimo e piedi sudamericani. Correva pochissimo ma usciva sempre vincitore dai contrasti. Il suo tiro era tremendo. Non di destro soltanto, essendo il suo mancino quasi altrettanto preciso. Degli oltre 200 gol segnati in carriera, tutti con la maglia del Southampton, moltissimi nacquero da battute al volo, sia al limite dell'area che da più lontano, essendo straordinarie, oltre al colpo d'occhio e al conseguente calcolo delle traiettorie, le doti di coordinazione di Le Tissier. Nato sull'Isola di San Pietro, nel mezzo del Canale della Manica, più vicino alla Francia che all'Inghilterra, giocò sempre con il Southampton, Inghilterra del Sud, di fronte all'Isola di Wight, resistendo alle offerte di club più titolati e vincenti, il che lasciò vuoto il suo palmares. Questa circostanza e le sole otto partite giocate con la nazionale inglese gli hanno impedito quella gloria sportiva che avrebbe meritato. La tecnica raffinata, e le qualità balistiche - anche 50 rigori segnati su 51 calciati - erano proprie di un campione unico, che sapeva dribblare con uno stop. Ma, poiché nel calcio la narrazione conta almeno quanto le prestazioni, appassionati e tifosi del Southampton esclusi, oggi pochi ricordano chi fosse e cosa sapesse fare, con un pallone, Matthew, detto Matt, Le Tissier.
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