Impresa unica nella storia dell'atletica leggera la vittoria del cubano Alberto Juantorena alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Sì perché i 400 m e gli 800 m, che Juantorena vinse in quell'edizione dei giochi olimpici, sono fra di loro in relazione non solo aritmetica. La metà dell'uno e il doppio dell'altro. Nell'atletica sono terra di confine. Tra anaerobica e aerobica, tra velocità e resistenza. Non si pretende di trattare scientificamente la differenza. Ma, in estrema sintesi l'anaerobiosi indica quell'attività muscolare, rapida, intensa e violenta, che avviene senza attingere all'ossigeno presente nei tessuti. Tanto accade nei 100 piani, nei 110 hs, nei 200 piani. L'aerobiosi, al contrario, allude all'attività muscolare più lenta e costante, con approvvigionamento dell'ossigeno contenuto nei tessuti.
I 400 piani, da questo punto di vista, fanno stato a sé. Il giro della morte, così detto perché la velocità va mantenuta per un tempo ragguardevole. Tanto che già comincia a parlarsi di resistenza veloce, un ossimoro che cerca di spiegare un esercizio unico, impervio, di frontiera. Che quasi non è più di velocità pura ma che non integra ancora la vera resistenza. A detta di molti, gli atleti migliori sono propriamente i quattrocentisti.
Gli 800 m sono già mezzofondo. Occorre resistenza, senza dubbio, ma per emergere non si può essere lenti. Lo spunto veloce è necessario. Soprattutto nelle volate, che spesso decidono queste gare di grande difficoltà tattica.
Fatto sta che, nessuno, ad eccezione del Juantorena di Montreal 1976, alle Olimpiadi, ma il discorso può estendersi a Mondiali ed Europei, è riuscito a svettare sia sui 400 che sugli 800. Ci sono stati ottocentisti capaci di vincere anche i 1500 m, penso a Sebastian Coe e Steve Cram. E duecentisti vincenti anche nei 400 m, come, massimo esempio, Michael Johnson o Van Niekerk, attuale primatista dei 400, che sui 200 ha fatto registrare grandi prestazioni. Ecco, questo si è visto e si vede con una certa periodicità.
Ed allora veniamo a Juantorena. Quattrocentista d'origine, dall'ampia e poderosa falcata, tanto che lo soprannominano "El Caballo", a Montreal corre prima gli 800, sui quali aveva poca esperienza e vince con il primato del mondo: 1'43"50. Poi fa il bis sui 400: 44"26. Congiunge, per la prima ed unica volta, velocità e mezzofondo. L'eccezione che conferma la regola.
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