Tappa di montagna vinta dal fuggitivo americano King sul Puerto de Alfacar. Ma, è Simon Yates ad evadere dal gruppo dei migliori, mostrandosi il più forte in salita. Sembra quello del Giro d'Italia, prima della crisi, che ne frustrò le ambizioni di vittoria. E' un grimpeur vecchia maniera Simon Yates e la Vuelta a Espana 2018, con i suoi molti arrivi in salita e tappe tutto sommato brevi, pare davvero alla sua portata. Il problema resta il fondo e la terza settimana. Anche perché, una grande corsa a tappe si vince anche con la testa e la strategia. Non dovrà dissipare le proprie energie, per il gusto di stravincere, l'asso britannico. Nibali, com'era prevedibile, s'è staccato. Ha tenuto invece Aru. Come l'immarcescibile Valverde. Non ricordo un corridore di 38 anni andare forte, dappertutto, come lui. La maglia rossa resta, per ora, sulle spalle di Kwiatkowski.
In tempi recenti direi Horner ha fatto pure meglio, a 38 anni fece secondo al Giro di Sardegna, vinse il Giro dei Paesi Baschi, decimo all'Amstel, settimo a Freccia e Liegi, quarto al California, nono al Delfinato, nono al Tour (partendo come gregario di Armstrong e perdendo 10 minuti sulle Alpi).
RispondiEliminaL'anno dopo terzo al Catalunya, secondo ai Paesi Baschi, primo al California poi brutta caduta a inizio Tour e stagione finita.
A inizio 2012 secondo alla Tirreno poi ebbe problemi fisici, nel 2013 sesto alla Tirreno poi brutta caduta al Catalunya e non corse più fino ad agosto, rientro subito secondo al Tour of Utah e vince la Vuelta.
Ho sempre avuto il dubbio di quanto avrebbe continuato se non fosse stato investito nella primavera del 2014, da lì non è più stato lo stesso poi ha pure avuto problemi ai bronchi dopo che si era ammalato al Tour e li ha risolti solo quest'anno (è pure tornato a correre ma a 46 anni dopo due fermo mi sa è finita).
Il caso di Horner è unico nel suo genere. In cento e passa anni di grandi corse a tappe, nessuno ha vinto Giro, Tour o Vuelta dopo i 34 anni. Tolto Horner, che ha vinto la Vuelta dopo i 40. Ancora non me lo spiego.
EliminaSe non cadeva malamente nella prima settimana secondo me si sarebbe giocato pure il Tour del 2011, volava in primavera e gli altri contendenti non erano certo al top quell'anno, se non si suicidava sul Galibier avrebbe vinto Voeckler, non riuscivano a staccare manco ex corridori come Cunego e Basso.
EliminaComunque penso che nei prossimi decenni ricapiterà di vedere quarantenni competitivi, si allunga la vita media e pure la durata delle carriere, nel tennis è impressionante, fino a 15 anni fa a 30 anni avevano già la racchetta attaccata al chiodo, erano casi unici i Rosewall o i Connors, ora in top 100 è pieno di ultratrentenni, ci son più trentacinquenni che teenager, ci sono giocatori che passati i 30 anni scalano la classifica e danno il meglio delle loro carriere.
Tornando al ciclismo però penso che il record nel rapporto età/competitività sia di Rebellin, nel 2015 a 44 anni vinse il tappone di montagna del Giro di Turchia e se non lo abbatteva un cane finiva secondo in classifica, fece quinto alla Freccia del Brabante e al Campionato Italiano, fece sesto nella tappa più dura del Giro di Polonia e in autunno era a giocarsi le classiche di fine stagione tenendo i forcing di Scarponi e Nibali. Ancora oggi a 47 anni riesce ad essere competitivo in Asia e Africa e anche nelle corse che fa in Belgio e Francia male non va, oggi alla Druivenkoers nonostante ventagli, sterrati e pavé ha resistito quasi fino in fondo nel primo gruppo. A quell'età al massimo si vedono dei corridori in corse 1.12/2.12 (calendari nazionali non UCI) ma quasi mai capaci di piazzarsi, c'è Kirsipuu a 49 anni ha fatto una comparsata di recente in Estonia ed è finito 106° in mezzo a emeriti sconosciuti.
Si dura più a lungo nello sport, è vero. Anche nel nuoto e nell'atletica leggera.
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