Il primo scudetto assegnato dopo un campionato a girone unico, 1929-30, è dell'Inter, che però da qualche anno si chiama Ambrosiana, in omaggio al Santo patrono di Milano. Al fascismo l'idea che una squadra possa chiamarsi Internazionale, da cui Inter, con gli immancabili rimandi al socialismo ed al comunismo, disturba piuttosto che no. Dal 1932, dopo energica protesta dei tifosi, la denominazione sarà il frutto di un compromesso: Ambrosiana - Inter. Meazza è il simbolo di questa squadra, il campione inarrivabile, che gioca senza spartito, si allena poco, fuma, frequenta i locali notturni, piace alle donne, che ricambia con generosità. Sarà tre volte capocannoniere, nel '30, nel '36 e nel '38. Quando l'Inter, dopo la Coppa Italia del 1937, conquista il suo quinto scudetto, dopo il lungo regno della Juventus di Edoardo Agnelli, quella dei cinque titoli consecutivi, e la doppietta del Bologna, retoricamente ricordato come "lo squadrone che tremare il mondo fa". L'Inter della stagione 1937/38, in particolare, gioca un calcio arioso e spregiudicato, illuminata dalla regia di Giovanni Ferrari, mentre all'ala destra impazza Annibale Frossi, che gioca con gli occhiali, campione olimpico con Pozzo nel 1936: è un velocista che corre i 100 piani in poco più di 11"4, palla al piede, mentre il primato del mondo di Owens, stabilito proprio ai giochi Berlino, è di 10"2. Il decennio si chiude con un campionato in tono minore, l'inizio della seconda guerra mondiale, da cui l'Italia resta inizialmente fuori, ed il "piede gelato" di Meazza: l'asso nerazzurro, a soli ventinove anni, starà fermo un anno intero. Comincia, inaspettato, il precoce declino del più grande campione della storia del calcio italiano. (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata)
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