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martedì 20 maggio 2025

Ricordo di Nino Benvenuti: eroe del pugilato

Uno dei massimi sportivi e non solo uno dei massimi pugili italiani. Nino Benvenuti, classe 1938, era nato a Isola d'Istria, allora Italia, poi, dopo la disfatta della seconda guerra mondiale, Jugoslavia, oggi Slovenia. Ma, era italiano quant'altri mai. Dotato di una tecnica pugilistica sopraffina, Benvenuti vinse l'oro alle Olimpiadi di Roma 1960 nella categoria welter, limite di peso 69 kg. E gli fu assegnato anche il premio per il miglior stile di combattimento, precedendo addirittura un certo Cassius Clay, prima che quest'ultimo cambiasse nome in Muhammad Ali e diventasse icona internazionale! Fu campione del mondo dei pesi medi, Benvenuti, titolo conquistato nel tempio pugilistico del Madison Square Garden contro Griffith il 17 aprile del 1967, perdendo la rivincita contro l'americano il 29 settembre dello stesso anno, sempre negli Usa, e vincendo la c.d. bella il 4 marzo del 1968. Tornò così in possesso del titolo mondiale, che avrebbe perso solo il 7 novembre 1970 contro la furia argentina di Carlos Monzon, quattro anni più giovane di lui. In novanta incontri tra i professionisti, 82 vittorie, 65 consecutive, un pari e solo 7 sconfitte. Animò una grande rivalità con il connazionale Mazzinghi, battuto per due volte nel 1965. La sua tecnica di boxe era proverbiale, schivate, finte, colpi inaspettati e studio rapidissimo e implacabile dei punti deboli dell'avversario di turno, sempre lucido, freddo. Il suo uppercut, il colpo rapidamente portato dal basso verso l'alto, di solito al mento, fu il suo marchio di fabbrica. Popolarissimo, amatissimo dai tifosi, meno dalla stampa specializzata che gli rimproverava una preparazione agli incontri non sempre impeccabile, fu un vero e proprio divo negli anni '60 e nei primissimi '70, persino attore in diverse pellicole cinematografiche. Quando un grande boxeur valeva quanto un grande calciatore e molto più di un gran cantante. Tanto tempo è passato. 

martedì 12 giugno 2012

Teofilo Stevenson nella storia del pugilato

E' mancato Teofilo Stevenson, leggenda del pugilato olimpico. Cubano, negli anni '70 ricevette numerose e danarosissime offerte per passare al professionismo, atteso da assi della boxe come Frazier, Foreman ed Alì. Rifiutò, preferendo rimanere dilettante, simbolo della Cuba castrista. Tre ori olimpici, nel 1972 a Monaco di Baviera, nel 1976 a Montreal e nel 1980 a Mosca, tutti conquistati, si è capito dai nomi che ho fatto prima, nei massimi, la categoria regina del pugilato. Ma, Stevenson del peso massimo aveva soltanto la complessione, il fisico, la forza. Perché la tecnica pugilistica, raffinatissima, era da welter. Paragonabile a quella di Alì, di cui era meno gigione e, a parere di chi scrive, più forte. Per carità, mai si sfidarono, sicché ogni confronto resta nel campo delle ipotesi. Ma, sul serio, Stevenson era un pugile di categoria superiore.