Le similitudini con Helenio Herrera ci sono, ma fino ad un certo punto. Prima l'Inter, poi la Roma, sì. Lo studio continuo del calcio e, come solo i migliori generali, la conoscenza maniacale degli avversari e delle loro debolezze, dei punti scoperti, dove colpire, fulminei. Il carattere forte, pure li accomuna. Per il resto, tante, tantissime differenze. Facciamo ordine: José Mourinho sarà il nuovo allenatore della Roma. Herrera arrivò sulla panchina giallorossa nel 1968, subito dopo aver lasciato l'Inter, allenata per otto lunghi anni. Mourinho ci arriverà dopo undici anni dai fasti del triplete, che coincisero teatralmente con il suo addio ai colori nerazzurri. Poi, il temperamento, che è altro dal carattere. Herrera era istrionico e spettacolare, aveva avuto una vita randagia, ricca d'improvvisazione e di studiati colpi di scena, che aumentavano nei suoi racconti iperbolici. Mourinho è più austero, più severo anche nel tratto. Herrera era il Mago, perché esercitava sui suoi calciatori un ascendente davvero magico e mitopoietico e profondissimo, nutrito di visioni e d'incessante affabulazione: Tagnin finì davvero per convincersi di essere più forte di Di Stefano. Mourinho è sempre stato un condottiero brusco, acutissimo e brusco. Herrera avrebbe voluto piacere a tutti. Mourinho vuol piacere ai suoi e dispiacere a tutti gli altri. Poi, ci sarà il campo a parlare. Herrera a Roma non brillò e vinse solo una Coppa Italia. Mourinho cosà saprà fare? Non lo so. Posso soltanto dire che Mourinho, già due anni fa, l'avrei rivoluto all'Inter. E che, per lui, conserverò sempre affetto e simpatia.