Sono tanti 110 anni. Il mondo proprio non è più quello di allora. Quando l'Inter nacque, il 9 marzo del 1908, il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda era ancora il più esteso e potente del mondo. In Russia regnava ancora lo Zar. Mentre a Vienna, da 60 anni ormai, c'era l'imperatore Francesco Giuseppe. Anche l'Italia era un Regno, primo ministro era Giovanni Giolitti. Belle epoque si diceva ai tempi. Tutto un fremito di progresso. E di domani. Nemmeno un mese prima, a Parigi, Filippo Tommaso Marinetti aveva pubblicato il manifesto dei futuristi. Vaneggiando di velocità e di macchine e di ribellione. Mentre il mondo occidentale restava per lo più rurale. Le trasmissioni radio erano sperimentali, l'aeronautica il passatempo di ricchi snob. Nessuno avrebbe allora immaginato la tragedia della prima guerra mondiale, che, di lì ad un lustro, avrebbe squassato il vecchio continente. Cambiandone storia e costumi e direzione. Per sempre. L'Inter nacque allora. E quanto è cambiato il mondo! 110 anni straordinari: dai dribbling di Aebi e Cevenini III a quelli, inimitabili, del leggendario Giuseppe Meazza. L'Inter di Foni con Lorenzi e Nyers e Skoglund. La Grande Inter di Angelo Moratti, Mazzola, Corso, Facchetti, Picchi, Suarez, Jair. Il dominio in Italia, in Europa nel mondo. Helenio Herrera. Eppoi Altobelli e Beccalossi. E Rummenigge, un campione strepitoso. Zenga, Bergomi e Ferri cresciuti all'Inter. Lo scudetto dei record del 1989. Massimo Moratti, Ronaldo e Recoba, fino a Mourinho. Fino al triplete.