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lunedì 3 settembre 2012

Totti è il più grande giocatore italiano degli ultimi quindici anni

Da Zeman a Zeman, dal 1997 al 2012, Totti è il più grande giocatore italiano degli ultimi quindici anni. Il più completo, il più versatile, il più decisivo. Ha brillato da attaccante esterno, da seconda punta, da trequartista, da centravanti, da regista a tutto campo. Tocco, lancio, tiro, dribbling, visione del gioco, destro e sinistro. Fondamentali eccellenti che a chiunque altro sarebbero valsi uno o più palloni d'oro. Ha vinto in carriera assai meno di quanto avrebbe meritato.

14 commenti:

  1. Non è affatto facile stabilire se il pupone abbia vinto più o meno di quanto non abbia meritato. Qualsiasi risposta ad un simile quesito si esporebbe fatalmente ad ogni tipo di obiezione. Tuttavia, credo, che il romano, nell'unico titolo raggiunto in carriera, lo scudetto 2000/01, abbia avuto un ruolo da comprimario, di lusso certamente, ma pur sempre comprimario. Quella Roma fu trascinata da un giocatore che, per tempra, personailità, carisma e valori tecnici si poneva ben al di sopra del fantasista di Porta Metronia. E nominarlo mi sembra pleonastico. Se Totti, in assoluto, ha vinto poco, da protagonista non ha vinto nulla. Se ne facciano una ragione i supporters giallorossi.

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    1. In quella stagione, Totti mise a segno 13 reti e regalò molti assist sia a Batistuta che a Montella. Il punto è che raramente ha avuto a disposizione una squadra all'altezza del suo immenso talento. Invecchiando, poi, se possibile, è migliorato. Nella storia del calcio italiano, quanto a vastità di repertorio, mi sento di fare soltanto il nome di Valentino Mazzola.

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  2. L'osservazione secondo la quale il Pupone non avrebbe militato in squadre all'altezza del suo "immenso" talento è un argomento abusato dai suoi sostenitori. A forza di sentirlo ripetere con tale ossessione, si corre il rischio di pensare che le cose stiano davvero così. In realtà, le varie squadre allestite dalla famiglia Sensi, che non a caso ha dilapidato un ingente patrimonio familiare, sono state tutte, con le fisiologiche oscillazioni, competitive. Durante la gestione Capello, i campioni con la casacca gialorossa erano numerosi. E anche negli anni a venire, gli investimenti per rinforzare la squadra ci sono sempre stati. Se Totti ha vinto poco in assoluto e niente da protagonista, probabimente è per colpa di Totti. Dei suoi limiti mentali, della sua incapacità di assumere una leadership all'interno dello spogliatoio, di costituire un esempio di vigoria, di tenuta caratteriale, di personalità. I valori tecnici sono si eccelsi ma non cosi superlativi, come, esagerando, si è detto. La distanza con le leggende del calcio rimane siderale. Forse, rispetto a Mazzola, il nostro ha maggiore capacità balistica nello sputo, specialità nel quale il "baffo nazionale" non si è mai cimentato.

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    1. La foga, comprensibile, contro Totti ti ha giocato un tiro mancino. Non ho scritto Sandro Mazzola, giocatore formidabile peraltro assai diverso da Totti, riferendomi invece al di lui padre, Valentino Mazzola, capitano ed anima del "Grande Torino". Le intemperanze caratteriali di Totti sono note. Ma, francamente, non capisco perché ci si ostini a trattare il calcio come fosse il tennis: sport nel quale è assai più facile stilare classifiche e formare graduatorie. Si vince e si perde, nel tennis, da soli. A condurre il tuo ragionamento alle estreme conseguenze, anche l'immenso Roberto Baggio potrebbe esser messo in discussione. Ha vinto due soli scudetti in carriera, con Juve e Milan, e nessuno dei due da protagonista. E non vanta le Coppe dei Campioni ed Intercontinentali invece conquistate, fra gli altri, da Angelo Colombo! Insomma, io ho parlato del campione Totti. Che ha vinto, e lo ripeto, meno di quanto avrebbe vinto in squadre diverse dalla Roma e più blasonate della Roma. Perché la storia, che si sottrae al pericolante mondo delle opinioni, dice che la Roma di scudetti ne ha vinti solo tre. Uno con Totti. Ed il discorso fatto per Totti, vale anche per Gigi Riva, che a Cagliari ha vinto meno di quanto avrebbe potuto alla Juve, di cui rifiutò una clamorosa offerta. Totti paga, semmai, l'identificazione assoluta con la Roma. Di qui l'antipatia che ha raccolto negli anni presso gli altri tifosi. Certi attegiamenti suoi, specialmente in passato, neppure a me sono piaciuti. Ma, resta un fuoriclasse grandissimo. E lo dico da sportivo, dacché, è noto, non sono romanista.

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  3. Se si fosse potuto mettere il "mi piace" all'ultimo post di JPP, l'avrei fatto!

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  4. In effetti, ho letto distrattamente le ultime righe del post. Poco importa. Totti, in quanto a valori tecnici e doti caratteriali, è imparagonabile tanto al padre quanto al figlio. L'unico accostamento plausibile con i Mazzola è forse con il buon Ferruccio, secondogenito di Valentino e discreta mezz'ala di Inter e Fiorentina. La carriea di Gigi Riva presenta delle peculiarità che lo distinguono da quella del pupone. Riva fu il leader incotrastato del Cagliari campione d'Italia. l'attaccante lombardo fu esempio ineguagliabile di forza dirompente, di dedizione alla causa, di caratura calcistica. Quando, l'anno dopo lo scudetto, Riva si infortunò, lasciò una squadra prima in classifica che, a fine campionato, si piazzò settima. Quella vittoria vide in Riva il protagonista assoluto. Nella Roma campione d'Italia, Totti fu comprimario. il caso della stagione 2009/2010 poi è ancora più emblematico. Si infortuna e, in coincidenza del suo infortunio, la Roma rimonta 10 punti all'Inter fino a sopravanzarla di un punto. Rientra al derby, e la Roma chiude la prima frazione in vantaggio. Senza di lui, vince. Il nostro, da vero leader, festeggia la vittoria manco fosse una coppa di campioni e, con encomiabile stoltezzza (per gli avversari), contribuisce ad allentare la tensione della sqaudra, la quale farà inevitabilmente harakiri la domenica successiva contro la Sampdoria. Si potrebbero citare anche altre situazioni analoghe, ma potrei risultare prolisso. Io, in ogni caso, anzichè chiedermi se Totti abbia militato o meno in compagini degne del suo talento, mi porrei un diverso quesito. Mi chiederei se Totti sia in grado di essere leader in grandi squadre. La risposta è negativa. Totti ha sempre sofferto la compresenza di grandi giocatori al suo fianco. Da Cassano alla Roma, a Del Piero e Maldini in nazionale. Al fianco di grandi campioni, i suoi immensi limiti caratteriali si sono palesati in tutta la loro evidenza.

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    1. Quella di Ferruccio Mazzola è una provocazione che non vale, calcisticamente, la pena di essere raccolta. Totti ha molto di Valentino Mazzola, dal ruolo, attaccante a tutto campo, insomma capace di segnare molto e di ispirare i gol dei compagni, risultando sempre un punto di riferimento per la manovra, al tiro, formidabile. Quanto alla leadership, Totti è stato leader a Roma e nella Roma. Con qualche compagno avrà anche avuto da ridire, ma non si può andare d'accordo con tutti. Quello di Roma è un ambiente difficile, nel quale il suo immediato predecessore, Giuseppe Giannini, un professore del centrocampo, ha avuto molti problemi più di Totti. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma, questa storia del gruppo e dell'apprezzamento dei compagni, mi pare una colossale sciocchezza postmoderna d'indole tosco - emiliana. Chiarisco: Lippi e Sacchi ci hanno propinato la storia del gruppo, che nascondeva, maluccio a dire il vero, la loro invidia nei confronti degli assi. Tutti e due hanno sofferto terribilmente estro e personalità di un campionissimo come Roberto Baggio. La Juve di Trapattoni vinceva a dispetto di parecchie divisioni interne: la storia è nota. La più bella Lazio del novecento, quella di Maestrelli, era divisa in clan contrapposti, ma, per un paio di stagioni giocò il calcio migliore d'Italia. Chinaglia aveva un carettere non facile, era accusato di spaccare gli spogliatoi, ma era un vincente, assolutamente non marcabile nelle giornate di grazia. A me i giocatori che spaccano gli spogliatoi, quando poi spacchino anche le partite, non dispiacciono. Per questa ragione apprezzo anche Cassano e Balotelli. Infine, giocare in una squadra per tanti anni, attira molti giudizi emotivi. La storia su Totti, l'ho sentita raccontare per anni su Bergomi, Ferri e Zenga. Ed ogni mondo è paese. Di Raul si diceva la stessa cosa a Madrid. Nonostante tutto quello che lì ha vinto e contribuito a vincere.

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  5. Diceva qualcuno che se hai un brutto carattere, vuol dire che hai un carattere. Io non amo, nè in assoluto ne tantomeno nello sport, le giovani marmotte. Penso che le doti caratteriali siano imprescindibili e solo le grandi personalità possano condurre le rispettive compagini al primato. Per quello che è la mia idea di carisma, di capacità di assumere la leadership, ritengo che Totti sia lontano dall'essere un leader. Un leader sa anche essere sopra le righe, come lo fu il grande Long John, come lo fu Maradona, come Zidane, come il pur pacato Baggio...Non è questione di essere boy scout. Un leader si distingue come tale dalla sua capacità di assumersi la responsabilità e metterci la faccia. Baggio, nel 94, ha condotto da solo una nazionale in affanno dal baratro dell'eliminazione alla piazza d'onore. Eppure, nessuno si ricorda che diede del matto al suo commisario tecnico. Il problema di Totti non sono tanto gli sputi, i calci a Balotelli e tanti altri episodi, che pure sono gravi. Totti ha storicamente preteso una squadre che giocasse per lui, ha condizionato le scelte di mercato, non ha mai voluto che, dopo Batistuta, del quale soffriva maledettamente la personalità dirompente, non ci fosse mai nessuno a fargli ombra. E questo modo di fare non ha giovato alla Roma. Questi sono atteggiamenti da eterno adolescente e denotano una personalità debole. Zenga, per quanto aveva gli attributi, all'inter avrebbe potuto giocarsi il posto, senza battere ciglio, anche con Dasaev.
    E nei momenti topici, come durante il testa a testa con l'Inter di Mourinho, il nostro ha dimostrato la sua inconsistenza. Chinaglia o Zenga o Zidane avrebbero preso a calci i compagni che festeggiavano lo scudetto con un mese di anticipo e forse, con un leader vero, il controsorpasso dell'inter non ci sarebbe mai stato. Il brutto carattere, la spigolosità, l'intemperanze sono una cosa, l'eterna immaturità è ben altro. E dalla seconda Totti non si è mai emancipato, forse per colpa di un ambiente, che gli ha sempre tributato onori al di la dei suoi effettivi meriti...

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    1. Totti ha la personalità che ha. Il punto è un altro: è o non è un fuoriclasse assoluto? A mio modo di vedere, sì, senza dubbio. Tra i più forti che mi sia capitato di vedere. Alla sua età, Batistuta, era già un ex giocatore. Totti, invece, è sulla breccia da più di quindici anni. Nell'ultima partita contro l'Inter, e mi dispiace doverlo ammettere, ha fatto il bello ed il cattivo tempo. Ha persino corso come non gli riusciva più da molto. Bisogna riconoscerlo.

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  6. Senza il bello ma solo il cattivo tempo, l'ha fatto Matias .silvestre!!!

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    1. Silvestre non è da Inter e siamo d'accordo. Ma, Totti ha preso il tempo anche a Guarin e Cambiasso.

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  7. A Cambiasso il tempo lo prenderei anche io che mi muovo come Gagarin sulla luna!

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