La lista dei 23 candidati al Pallone d'oro 2011 lascia perplessi. E non perché manchino i migliori giocatori al mondo nella stagione. Quelli, da Messi a Cristiano Ronaldo, da Xavi a Neymar, ci sono. Insomma, quelli titolati per aggiudicarsi il trofeo, i quattro appena detti, ci sono. Però, non si legge il nome di Giggs, come non si legge quello di Raul, che, peraltro, l'avrebbe meritato in carriera od alla carriera. Due campionissimi avanti con gli anni, protagonisti nei rispettivi campionati e nelle competizioni europee. Due come loro, nei 23, andavano menzionati. Come pure Di Natale, in rappresentanza di un calcio, quello italiano, che, sebbene in crisi, è sempre molta parte del calcio internazionale. Chi li sceglie questi 23? E come?
C'è Abidal, e ho detto tutto! Come fa ad essere candidato Abidal per il pallone d'oro? Boh
RispondiEliminaCredo che la scelta sia stata dettata da un sentimento di "pietas" per la sua vicenda, la malattia e la guarigione. Una bella storia, ma, in effetti, le valutazioni dovrebbero essere di ordine tecnico.
RispondiEliminaL'avevo immaginato, ma non c'entra nulla! Allora candidiamo anche Rino Gattuso!
RispondiEliminaSono curioso di conoscere la vostra opinione su Messi,certamente un fenomeno, ma l'enorme differenza di rendimento tra Barcellona (dove ormai segna più di un gol a partita) e Nazionale (18 reti in 64 partite e mai realmente decisivo) mi lascia dei dubbi su quanto la sua grandezza sia legata al fatto di giocare nella squadra più forte di sempre e in un campionato dove,tolte Real e Barca, il livello medio è decisamente basso.
RispondiEliminaMessi è fortissimo, ma, tolto dalla macchina quasi perfetta del Barcellona, non riuscirebbe a segnare così tanto. Giocare con Xavi, Iniesta, Fabregas, Dani Alves è un privilegio soltanto suo. I blaugrana si muovono costantemente, aprendo spazi su spazi ed esercitando sempre il governo del pallone: Messi, da par suo, se ne avvantaggia enormemente, grazie alla straordinaria velocità ed al naturale controllo di palla. Nell'Argentina, invece, emergono i suoi limiti di personalità, che si sommano a quelli di gioco della Celeste e Messi, che non è e mai sarà Maradona, non riesce a decidere le partite da solo. Nel campionato italiano, scommetto, segnerebbe la metà dei gol che segna in Spagna. Da noi non ci lasciano praterie e tutte le zone del campo sono presidiate con attenzione. Le vittorie, per goleada, in Spagna la regola, qui sono l'eccezione. Ricordo Polster, 9 reti con il Toro, segnare più di 30 gol nella Liga a cavallo tra gli anni '80 e '90. Di più, giocando con una qualsiasi grande squadra europea, diversa dal Barca, Messi dovrebbe dimenticarsi le triplette che gli vengono così facili ultimamente. Toccherebbe meno palloni, perché nessuna formazione ha il controllo del pallone, il 60, 70% a partita, che assicura il Barca. Un dato, per finire: Messi, in maglia blaugrana, tira a porte 7, 8, anche 10 volte a partita. In altre condizioni, quelle normali, le occasioni sarebbero la metà, come, verosimilmente, i suoi gol. Detto questo, resta un grandissimo campione.
RispondiEliminaConcordo pienamente con quanto detto dal narratore dello sport!
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