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martedì 21 settembre 2010

I calciatori non scioperano più

Cominciarono i plebei, raccolti sull'Aventino, a scioperare contro i patrizi fannulloni. Ed avevano qualche ragione. Poi fu la volta di Spartaco, che dapprima vinse e fece proseliti, e poi finì male sotto i colpi dei legionari. Poi, tanti secoli dopo venne la rivoluzione industriale e lo sciopero divenne strumento di battaglia e di rivendicazione dei salariati. Poi, finalmente, lo sciopero è diventato di tutti. Dei lavoratori e dei presunti tali. Oggi, scioperano anche i calciatori. Ricchi, ricchissimi. Con poche eccezioni. Perché anche il calciatore delle serie professionistiche inferiori, quando sia al minimo sindacale, percepisce uno stipendio superiore a quello di qualunque neolaureato. Obiezione: ma la carriera del calciatore dura poco, dieci o quindici anni! Benissimo, nei tempi della strombazzata mobilità, dopo il calcio, farà altro. Retromarcia: i calciatori non scioperano più. Per adesso. Agitazione sospesa! Una domanda: e se allo sciopero dei calciatori rispondesse la serrata dei presidenti? Poco ci credo, ci vorrebbe la serrata dei tifosi. Stanchi di partite spalmate su tre giorni, ad orari sempre diversi, anche la domenica a pranzo! Mi fermo, perchè sono già a tre punti esclamativi.

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