Il capolavoro di Van Aert alla Milano-Sanremo ha ispirato a Bonarrigo, sul Corsera di oggi, un bellissimo articolo sui corridori polivalenti, ricordando come l'esperienza nel ciclocross, di cui Van Aert è stato più volte campione del mondo, gli abbia donato l'esplosività ammirata ieri nella classicissima. Anche De Vlaeminck, suo illustre connazionale, ricordava Bonarrigo, aveva corso su strada e nel cross. E, aggiungo io, Beppe Saronni, tre volte secondo a Sanremo tra 1978 e 1980, due volte proprio dietro De Vlaeminck, prima del successo in maglia iridata del 1983, partecipava a molte gare di ciclocross, di cui il fratello Antonio era dominatore.
Sì, non c'è dubbio che grandi campioni su strada siano venuti e possano venire anche dal cross e dalla mountain bike, si veda Sagan, e, come tanti anglosassoni, dalla pista. I gemelli Yates hanno affinato lì la loro pedalata. Poi, ci sono casi ancora più straordinari. Campioni del ciclismo provenienti da altri sport, con buona pace della teoria, peraltro piuttosto fondata, dei diversi distretti muscolari: Roglic, che ha peraltro battuto Bernal al Tour de l'Ain, proveniente dal salto con gli sci, e Remco Evenepoel, già promessa del calcio belga, uno che invece, passato alle due ruote, e qui mi sbilancio, potrà reggere il confronto con Merckx. L'ho detta grossa, lo so, il tempo chiarirà.