Inter-Barca 4-3. Inter in finale di Champions League
Inter più intraprendente rispetto all'andata, va in vantaggio con Lautaro servito da Dumfries. Raddoppia Calhanoglu su rigore per intervento falloso su Lautaro, che si apprestava a calciare di sinistro. Intervallo. Respiriamo. Nella ripresa Inter stanca. Barella sempre impreciso. Il Barca pareggia con Garcia e Olmo, che segnano in circostanze analoghe, sorprendendo la retroguardia nerazzurra a sinistra. Barca addirittura avanti con Raphinha, che raccoglie una respinta di Sommer, prima più volte provvidenziale. Ma quando tutto sembra perduto, pareggia Acerbi. Supplementari. Che l'Inter gioca con Carlos Augusto, Frattesi, Zielinski, Darmian e Taremi, che avevano via via sostituito Dimarco Mkhitaryan, Calhanoglu, Bisseck e Lautaro. Inter di nuovo avanti con un bellissimo mancino di Frattesi, dopo grande azione personale di Thuram. Yamal continua a danzare sul campo anche nel secondo tempo supplementare. Serve Lewandowski, che manda alto. Esce Dumfries stremato per De Vrij. Ora la pioggia batte incessante sul Meazza. Sommer con una parata prodigiosa su tiro a giro di Yamal evita il pareggio. Poi di nuovo Sommer, strepitoso, respinge ancora su Yamal. Partita intensissima. Frattesi lotta come un leone. Finisce così. Questa non è stata una cronaca, ma un caleidoscopio di emozioni impossibili da fermare. Come da dimenticare. L'Inter va in finale. Onore ai calciatori, a Simone Inzaghi e a noi tifosi, sopravvissuti a questa straordinaria impresa, la più bella o almeno la più commovente della nostra storia.
Una delle più belle partite dell’Inter e della storia della Champions. Una grandissima prestazione di squadra con Sommer monumentale. Male solo Barella che ha sbagliato troppo cercando spesso la giocata difficile (e da un suo errore è arrivato il 3-2) e Carlos Augusto che ha sofferto tremendamente Yamal e si è perso Olmo sul 2-2. Una menzione speciale per Taremi che ho insultato tutto l’anno: la sua miglior partita non tanto per l’assist decisivo quanto per il lavoro di copertura, i raddoppi su Yamal e le tante palle recuperate e protette per far salire la squadra. E poi Acerbi che a 37 anni ha vissuto la notte più importante della carriera guidando la difesa e poi buttandosi in attacco a fare il centravanti nei minuti della disperazione.
RispondiEliminaGrandissima partita, sì.
Elimina