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giovedì 16 aprile 2020

L'inutilità del progresso e il coronavirus

Dipinte in queste rive, Son dell'umana gente, Le magnifiche sorti e progressive (G. Leopardi, La Ginestra)
La quarantena come nel 1348, quando Venezia era l'unica potenza mondiale attiva nel Mediterraneo, il Papa svernava ad Avignone, i tedeschi svernavano e basta e l'uomo, meno delirante rispetto ad oggi, non si stimava il centro di alcunché. Dopo quasi sette secoli, la riforma protestante, la rivoluzione scientifica, i miasmi dell'Illuminismo e della Rivoluzione Francese, mille guerre, due mondiali e una fiducia infantile e prepotente nel progresso, il  coronavirus, di cui ancora, colpevolmente, s'ignora, o si finge d'ignorare, scaturigine e genesi, riporta indietro le lancette della storia. Alla quarantena veneta. Sebbene ci sia un'organizzazione mondiale della sanità, nessuna maiuscola!, che nulla ha organizzato né sanificato. Peraltro, mondiale è un aggettivo che detesto. Mi sta bene solo sostantivato. Come mondiale, di calcio! 

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