Un gruppo di amici, contenti e felici. Di avere rimediato l'ennesima figura meschina. Questa volta contro la resistibile Nuova Zelanda, che sta al calcio come il cibo inglese alla buona cucina. E Lippi trova il coraggio di difendere le sue scelte. Che sono state scelte sbagliate, per quanto in linea con la mediocrità che è, ormai, la cifra di un paese in declino. Il paese del "tutti promossi", di un "titolo, meglio se accademico, a tutti", il paese "degli ultimi saranno i primi", ma, non nel senso evangelico. No, non in quel senso, non in questo caso. Gli ultimi saranno gli ultimi. Io non so, mancando di doti di vaticinio, se l'Italia riuscirà, anche dopo questo tristissimo pareggio acciuffato, a qualificarsi agli ottavi. So, però, che meriterebbe di tornare a casa. Perché è una squadra scarsa, priva di talenti, priva di eccellenze, priva di nerbo e di slancio, di carattere, di personalità e di iniziativa. Ricca solo di tatuaggi, di cui ho la medesima opinione di Lombroso, e di italiano stentato. Fotografia della classe dirigente, questo è vero. Peccato che nello sport, tolti casi eccezionali, le raccomandazioni non contino. Così che i limiti, quando ci siano, ed in questo caso ci sono, si vedono. La nazionale, come il re delle favole, è nuda. Ed è pure racchia.
Nessun commento:
Posta un commento