Sconfitti, umiliati ed a casa. Gli azzurri raccolgono la semina di Lippi. Cala il sipario sulla peggiore nazionale degli ultimi decenni. Era dal 1974 che non subivamo l'onta dell'eliminazione al primo turno. Questa volta, per un incomprensibile desiderio di bassezza, l'Italia ha conquistato anche l'ultimo posto del girone. La fortuna, che più di tutto aveva propiziato la vittoria di Berlino, questa volta resta neutrale. La squadra, s'era detto, era scarsa. Basti ripensare all'errore di Pepe, che poteva valere il pareggio al tramonto della partita. 3-2 per la Slovacchia! Dopo il gol di Di Natale, scaturito da una bella iniziativa di Quagliarella, che avrebbe meritato spazio dall'inizio, abbiamo saputo prendere gol da una rimessa laterale, difendendo peggio dei dilettanti. Del baldanzoso Cannavaro, sempre inutilmente sorridente in conferenza stampa, nessuna traccia. Come del Lippi supponente degli ultimi anni. Che fine ha fatto il gruppo? E' stata una debacle e non ci sono attenuanti. Una debacle dovuta a presunzione, pressappochismo, inadeguetezza e, soprattutto, penuria tecnica. Imbarazzante penuria tecnica. Senza gli ingressi di Pirlo e Quagliarella, nemmeno avremmo assistito agli assalti finali. Comunque falliti. Dobbiamo aspettarci un tatuaggio celebrativo della sconfitta? Ci restano negli occhi le facce spaurite dei nostri giocatori, di De Rossi, peggiore in campo, che ha sbagliato tutti i passaggi, passeggiando come un impiegato al parco, le piccole astuzie di Cannavaro, che si tuffava invece di contrastare e le mani nei capelli di Lippi. Voleva andarsene in barca dopo il mondiale. Ci vada. C'è già andato!
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