Un conto è la medicalizzazione dello sport che dura, con effetti sempre più dirompenti, dalla fine del diciannovesimo secolo. Un altro il caso singolo, da valutare sempre con circospezione. Alex Schwazer già campione olimpico a Pechino in una disciplina dura, la marcia, in una specialità durissima, la 50 km di marcia, fu trovato positivo all'epo, confessò e fu squalificato. Finita la squalifica, è tornato ed oggi ha vinto la 50 km di marcia nei mondiali a squadre di Roma. Potrà andare a Rio de Janeiro. E, sportivamente, lo merita. La storia dell'atletica ma anche di altri sport è piena di vicende come la sua. La caduta non esclude il riscatto. Almeno fino a prova contraria.
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