mercoledì 19 maggio 2010

Fuga bidone al Giro

Scriveranno fuga d'altri tempi. Più semplicemente è stata una fuga bidone, permessa da un gruppo svogliato ed anarchico, privo di capitani e di squadre capaci di controllare la corsa e di organizzare, quando necessario, un inseguimento. Vedere i leader della classifica che prima dormono e poi si affannano in testa al plotone non è proprio da manuale tattico del ciclismo. La fuga arriva sul traguardo de l'Aquila con oltre 12 minuti d'anticipo sul resto dei corridori. Vince Petrov, su Cataldo, bravo, e Sastre, che torna in lizza per il successo finale. Si veste di rosa Porte, australiano. Sì, perché il Giro, attualmente, parla inglese. Lingua che prima si sentiva soltanto in pista. Di certo, non su strada. Se non altro, i favoriti della vigilia, a frittata fatta e mangiata, dovranno scrollarsi di dosso l'apatia di questi giorni. E correre, con coraggio e raziocinio, nei limiti di conciliabilità tra l'uno e l'altro.

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