venerdì 13 agosto 2010

Balotelli e Mancini

Manca la firma, che arriverà. Balotelli ormai è del Manchester City. Alla corte di Roberto Mancini. Cui, in fondo, somiglia, almeno nel temperamento, più di quanto si pensi. Umbratile, indolente, irascibile, taciturno, attraversato da subitanei scoppi di malumore. Mancini, talento purissimo, aveva bisogno di un allenatore di assoluta fiducia, che ne riconoscesse il primato in squadra, compreso il diritto a certi privilegi, e che lo proteggesse dalla stampa. Tali furono per lui prima Boskov, poi Eriksson, che lo seguì dalla Samp alla Lazio. In nazionale fallì, perchè nessun ct era pronto a riconoscergli un simile stato di favore. Per Balotelli, è un poco la stessa cosa. Vede in Mancini il suo mentore, uno che lo preferisce agli altri giocatori, disposto ad accettarlo anche con tutti i suoi limiti. Pur di allenare il suo talento. Sarà poi così? I prossimi mesi lo diranno.

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