domenica 23 maggio 2010

Storico trionfo dell'Inter: Bayern sconfitto, dopo 45 anni sul tetto d'Europa

Vittoria doveva essere vittoria è stata. Attesa, agognata, sperata, sognata, studiata, sentita, sospirata. E' giunta, finalmente. Dopo 45 anni, dalla doppietta di Sandro Mazzola, che Carosio affettuosamente appellava "Mazzolino", a quella di Diego Milito, centravanti argentino dallo sguardo malinconico, che danza attorno al pallone come un ballerino di tango, eppure è freddo nell'esecuzione. Per due volte. Non soltanto la protezione della palla, per cui tutti lo lodano, ma, anche sapienza tecnica e tattica. Gioca con gli avversari, li esorta alla prima mossa e li beffa. Come sapeva fare Meazza. Come sapeva fare Altobelli. Si scopre grandissimo a 30 anni suonati, segno che non è mai troppo tardi. E' stato l'ennesimo capolavoro strategico di Mourinho, degno successore di Helenio Herrera. Due capi. Due istrioni, due uomini solitari capaci di guidare gli stessi colori al medesimo trionfo. Massimo Moratti, dopo le molte delusioni ed i molti dispetti di un destino spesso insolente, riporta l'Inter sul tetto d'Europa, dove il padre Angelo aveva saputo issarla a metà degli anni '60. E' cambiato apparentemente tutto, eppure tutto è come allora. Perché gli uomini sono sempre uomini, quando vincono e quando perdono. E noi abbiamo vinto! Dopo aver perso molto e molto a lungo. Il Bayern ha recitato da comprimario, era, doveva essere, è stata la festa dell'Inter, preparata da un amore, che non ha conosciuto pause né ripensamenti: autenticamente incondizionato. Tripudio di bandiere nerazzurre nella notte, a Madrid, a Milano, dovunque ci fosse anche un solo interista, che aveva aspettato con pazienza, anzi, con ostinazione di rivivere quei fasti antichi, che rischiavano di scolorire. Ed invece, rinverditi dalla freschezza di un successo estremo, la Champion's dopo lo scudetto e la Coppa Italia, tutto assieme, per la vocazione iperbolica di una squadra unica nel mondo, quei successi degli anni '60 oggi rivivono, nei volti di quelli che ci sono ancora, nel ricordo di quelli che non ci sono più, nel futuro di quelli che ci saranno dopo ieri, 22 maggio 2010. Abbiamo festeggiato! Anche per tutte le volte che abbiamo arrotolato sciarpe e bandiere, per il '98 ed il 2002, quando ci fregarono sul più bello. A Madrid, dove ci cacciarono due volte nelle semifinali di Coppa Uefa. Ed ancora mi fa rabbia il ricordo. Abbiamo festeggiato, dicevo, e questo, alla fine, dopo un turbinio di emozioni, che nessuna parola potrebbe fermare, isolare, contare e cantare, è quello che conta. E non finisce qui. Dovesse anche andar via Mourinho. E, sensazione mia, nemmeno è detto.

1 commento:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=IDGVDK84pGI&playnext_from=TL&videos=N28Y-VhfqVA&feature=rec-LGOUT-exp_stronger_r2-2r-4-HM
    Il futuro è già iniziato...sto ragazzo è bravo e il prossimo anno sarà in squadra.

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