lunedì 3 maggio 2010

Il declino di Ibrahimovic

Accentratore, volubile, scostante, Ibrahimovic ha sempre dato il meglio di se stesso, come calciatore intendo dire, quando ha giocato da solo in avanti, quando ha ricevuto tutti i palloni possibili, quando la squadra ha giocato per lui, in vista delle sue invenzioni, nell'attesa dei suoi gol. Questo accadeva, non sempre, ma, spesso, all'Inter. Ed era la forza di Ibra, la forza, ma, anche il limite dell'Inter, che troppo dipendeva dagli estri e dalle bizze dello svedese. A Barcellona, le cose vanno diversamente. Lì è Xavi a comandare il gioco. Ed il pallone viene affidato più a Messi ed Iniesta, quando c'è, che ad Ibra, che così diventa malinconico, periferico. E gioca male. E finisce, com'è finito, ai margini della squadra. Ibrahimovic, per la verità, è un grande, grandissimo solista. E nel Barcellona non c'è spazio per altri solisti. Tolto Messi, primo violino per diritto di nascita. E di campo. Presto, Ibra dovrà cambiare ancora casacca, dopo aver frettolosamente rinunziato a quella nerazzurra. Ecco cosa succede a cambiare la via vecchia per quella nuova.

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