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lunedì 3 ottobre 2016

Roma-Inter 2-1: le ragioni della sconfitta dell'Inter

A leggere la stampa nazionale, la responsabilità della sconfitta rimediata ieri sera dall'Inter sul campo della Roma sarebbe da intestare a Santon, prima che a tutti gli altri. Debbo dissentire. Ma, che partita hanno visto? Preliminarmente, il duello, in velocità ed in campo aperto, era un evidente mismatch, che chiunque appena domestico con le vicende del calcio avrebbe potuto pronosticare alla lettura delle formazioni. Santon, alto 1,86 m per 83 kg contro un brevilineo, 1.75 m come Salah, peraltro velocissimo e mancino, laddove Santon è un destro naturale, era uno confronto impervio già sulla carta. Tanto più che non mi viene in mente un solo terzino che, oggi come oggi, saprebbe fermare il miglior Salah in campo aperto. Forse Marcelo del Real Madrid, per la velocità, ma il brasiliano non brilla in marcatura. De Boer ha sbagliato a non prevedere una marcatura preventiva su Salah, cui sarebbe stato utile tagliare i rifornimenti. Se non altro, l'asso egiziano avrebbe dovuto ricevere palla spalle alla porta ed essere sistematicamente raddoppiato. Allora sì che Santon avrebbe potuto tenerlo. Ma, a questo deve pensare l'allenatore. Ricordo giudizi feroci, e strampalati, su Samuel ai tempi del Real Madrid. Samuel, in una squadra sbilanciata e che non copriva a dovere, era spesso lasciato in balìa dei contropiede avversari, in campo aperto, e non essendo velocissimo, soffriva. Non era messo nelle condizioni di brillare. Ma, la colpa non era sua. Del resto, in più di 30 anni che seguo il calcio, ho visto un solo giocatore fare reparto da solo, recuperare svantaggi di tre metri, entrare in scivolata, riprendere il pallone, evitare il pressing avversario ed impostare a testa alta: Nesta. Il problema dell'Inter è, più che nei singoli difensori, nella fase difensiva. Ieri, ha girato a vuoto anche Miranda, per tacere di Murillo. Medel, sopravvalutato frangiflutti davanti alla difesa, non ne becca una ed interviene spesso fuori tempo: si rivede il mancato intervento nel gol iniziale di Dzeko. De Boer deve capire che, ogni tanto, si può anche cambiare modulo. Che due ali possono anche essere un lusso, specialmente se Perisic e Candreva tornano poco o nulla. Che un avversario forte va limitato. Che attaccare per attaccare non sempre serve, se poi ogni contropiede avversario rischia di produrre un gol subìto. Ieri, poi, Ansaldi e Joao Mario, non essendo in perfette condizioni atletiche, sarebbe stato più saggio farli subentrare, piuttosto che schierarli dall'inizio. Infine, ma questo è fin troppo ovvio, perché Jovetic e non Gabigol?