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giovedì 26 novembre 2020

I 10 errori di Antonio Conte all'Inter

  1. Esserci venuto. Capitano e simbolo della Juve della Triade, Antonio Conte sapeva di essere sportivamente inviso alla tifoseria nerazzurra più consapevole. Non si va contro la storia. La propria e quella degli altri.
  2. Aver preteso, seguendo le orme di Lippi, che pure fallì all'Inter, di cambiare l'anima della squadra. Perché le squadre un'anima ce l'hanno. L'Inter è sempre stata squadra lunatica, tuttavia capace di grande imprese. Non una pattuglia di soldatini timorosi e ordinati. La Pazza Inter, in casa con il Real Madrid mai aveva perso.
  3. Ha puntato su di uno schema micragnoso ed antiquato come il 3-5-2, espellendo dal campo non solo la fantasia ma persino l'ambizione alla fantasia.
  4. Ha insistito con il suo modulo sempre e comunque. Sempre tre difensori anche contro un solo attaccante o contro nessun attaccante. Come ieri sera contro il Real. E il centrocampo avversario, di ben altra caratura tecnica, ha maramaldeggiato.
  5. Ha perso per strada Godìn, giocatore di grandissima personalità, avvezzo alle grandi sfide.
  6. Ha sacrificato Skriniar, che, pur con dei limiti di lettura nei cross, era tra i migliori difensori centrali in circolazione.
  7. Ha mortificato il talento purissimo di Eriksen, per non saper abdicare al suo credo tattico.
  8. Ha sbagliato tutte, e dico tutte, le partite importanti. Dalle sfide con la Juve a quelle con il Napoli in Coppa Italia, alla finale di Europa League a tutta la Champions attuale: 4 partite e nessuna vittoria. Mai successo prima.
  9. Ha deciso di mollare ad agosto, ma non si è dimesso, aspettando l'esonero. 
  10. Non crede più nel progetto - il linguaggio non verbale, nelle interviste, non ammette altre interpretazioni -, l'Inter ha subìto 20 gol in 12 partite ufficiali e lui si ostina a non cambiare e parlare di un progetto in cui nessuno, nella squadra, non solo lui, ha più ragioni di credere.