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lunedì 17 maggio 2021

Serie A: 1961-2021. Cos'è cambiato?

Un arbitraggio così mediocre, da suscitare le critiche di tutta la stampa estera, sospesa tra incredulità e ilarità. Perché non si era ancora visto un calciatore pestare la gamba di un avversario - come ha fatto Cuadrado con Perisic - e ottenere un rigore irreale persino in una fiaba. Proteste e indignazione tra i tifosi altrui, perché così la Juve ha vinto una delle tante partite che, nella sua storia, non avrebbe meritato di vincere. E la lotta per la qualificazione alla prossima Champions s'è infiammata. E se il Napoli pare padrone del suo destino: è in vantaggio e affronterà il Verona in casa. Il Milan, invece, dovrà espugnare il campo dell'Atalanta, che, sulla carta, appare più impervio di quello del Bologna, che accoglierà le truppe bianconere. Va sempre allo stesso modo. Anche 60 anni fa, andava così. Stagione 1960/61, Juve-Inter nel ritorno e invasione di campo di spettatori non paganti. Vittoria data all'Inter a tavolino. Da regolamento. Appello della Juve, sentenza ribaltata. Gara da ripetere. Per protesta contro la Figc, presieduta da Umberto Agnelli, che era al tempo stesso presidente della Juve, Angelo Moratti mandò in campo la Primavera. Debutto e gol della bandiera per il giovane Sandro Mazzola. Nel 1998 Iuliano abbatté in area Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo. L'arbitro Ceccarini vide, solo lui, un fallo del centravanti nerazzurro. Sfondamento in luogo dell'ostruzione. Simoni perse le staffe, restando incomparabilmente signorile. La settimana prima, a Empoli, la palla era entrata. Si era vista dagli spalti finire nella porta della Juve. Ma, a referto quel gol non fu mai messo. Ecco, quelli di sabato, perché non c'è stato solo il fantomatico rigore concesso a Cuadrado ma il gol, regolarissimo, tolto a Lautaro in mezzo a tanti altri errori, tengono il confronto con quelli che ho rievocato sopra. E tanti altri ne ho tralasciato. Il fiume degli errori sembra - ma potrebbe anche trattarsi d'illusione ottica, per carità - sempre sfociare nel mare della Juve. Quel che trovo strano è il silenzio, ora come allora, della stampa nazionale, non tutta, ma quasi tutta. Aveva ragione Mourinho.

sabato 23 dicembre 2017

Sassuolo-Inter 1-0: disfatta nerazzurra. Sbaglia Spalletti

L'Inter getta via un'altra occasione. Partita imbarazzante contro il Sassuolo, il cui gol, firmato da Falcinelli, riassume tutti gli errori commessi da Spalletti e dai suoi giocatori. D'Ambrosio a sinistra, che ingiustamente sostituisce Santon, Brozovic, che non ha voglia e non ce la fa a rincorrere Politano, che sembra Robben, ma non lo è. Gli altri della difesa che dormono. Spalletti insiste con Candreva. Crosso meglio io. Anche con la palla medica. Fa decine di cross. Mai dal fondo.  Ora fiacchi e mosci. Ora lunghi e sballati. Poi finte e controfinte. L'attaccante fa il primo movimento e resta spiazzato. Puro dilettantismo. Spalletti si ostina con un 4-2-3-1, per il quale mancano gli interpreti. Poi, c'è e ci può stare lo scadimento di forma di Icardi, che sbaglia anche il rigore. Il fiato corto di Borja Valero. La malavoglia di Perisic. Peccato. Epperò, Spalletti, un cambio tattico avrebbe potuto farlo, ferme alcune carenze di organico. Per esempio,  fuori Candreva e dentro Joao Mario dal principio. Centrocampo a rombo e Perisic seconda punta.

lunedì 8 giugno 2015

Kovacic deve restare all'Inter

Non so quanto fondati siano i rumors, che vorrebbero Kovacic in partenza, destinazione Liverpool. Sarebbe, tuttavia, un grandissimo errore. Alla sua età, con quei mezzi tecnici, Kovacic andrebbe tenuto e messo nelle condizioni di esprimersi al meglio. All'Inter, da anni, la confusione tecnica regna sovrana, si commettono errori di valutazione in serie. Lasciar partire Kovacic, sarebbe il più grave dal 2010 a questa parte: per la cronaca, ieri Kovacic ha segnato di tacco il suo primo gol in nazionale. #Mancinivattene

domenica 28 settembre 2014

A Ponferrada trionfa Kwiatkowski a sorpresa, disfatta azzurra. Gli errori di Cassani

Ad eccezione del vincitore, Kwiatkowski, polacco tenacissimo sottovalutato alla vigilia, tutti i pronostici rispettati al mondiale di ciclismo 2014 a Ponferrada. Dal podio per Valverde, terzo, il più grande perdente di successo della storia iridata, fino alla disfatta azzurra. Poca qualità tra i convocati e le colpe sono tutte di Cassani, che ha lasciato a casa un Pozzato in forma. Che magari non avrebbe vinto, ma un piazzamento tra i primi dieci l'avrebbe garantito. Ed in queste occasioni, pure quello conta. Il tempo brutto, con molta pioggia sul percorso, poi, non ha aiutato gli azzurri. Del resto, sono anni che nelle grandi corse di un giorno, gli italiani, un tempo dominatori, giungono nelle retrovie. Cassani, con le sue scelte, ha fatto poco per invertire la tendenza.

martedì 20 maggio 2014

Brasile 2014: tutti gli errori di Prandelli. Al caldo prevale la tecnica, altro che corsa e forza

Mi domando chi siano i consulenti di Prandelli. Eppure qualche nozione elementare di atletica dovrebbe essere a disposizione della guida tecnica azzurra. Sostenere che in Brasile, in presenza di grande caldo e di altrettanta umidità, servano corsa e forza, equivale a misconoscere i dati di base dell'atletica. In simili condizioni di clima, prevale, semmai, la tecnica. Con il caldo, le prestazioni si abbassano, la corsa, come la reattività, si riduce, anche la forza si fa meno esplosiva. I ritmi diventano più lenti, cosicché a fare la differenza, in uno sport con la palla, com'è il calcio, conta più di tutto la qualità tecnica degli interpreti. Possibile che nessuno abbia imparato la lezione di Usa '94. Furono i brevilinei Bebeto e Romario, uno che neppure possedeva il concetto di corsa, a farla da padroni. Come Roberto Baggio. Contrariamente a quanto sostenuto da Prandelli, l'esperienza conterà moltissimo, intesa come capacità di gestire lo sforzo nel corso di una partita, ma anche come capacità di organizzare il gioco, che non potrà vivere di assalti e di continui rovesciamenti di fronte. Prevarrà l'attesa. E con l'attesa prevarranno i colpi inaspettati, le giocate impreviste, i tiri da lontano. Prandelli, che per lo meno ha puntato su Cassano, avrebbe dovuto convocare anche Totti. Come Tabarez avrebbe dovuto convocare Recoba. Altro che Forlan! Hodgson, invece, Lampard e Gerrard li ha chiamati.