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martedì 19 gennaio 2016

Nadal eliminato da Verdasco: fuori al primo turno degli Open d'Australia 2016. Il lento declino di un campione stanco

In cinque set, d'accordo, contro un avversario tutt'altro che arrendevole, è vero, ma l'eliminazione di Nadal al primo turno degli Open d'Australia 2016 segna un altro passo lungo il viale del tramonto sportivo che Nadal ha imboccato da almeno un paio di stagioni. Eppure Nadal, a Melbourne, aveva vinto nel 2009, provocando una crisi di nervi a Roger Federer, era stato finalista nel 2012 e nel 2014, persino nel 2015, annus horribilis del maiorchino, aveva almeno raggiunto i quarti di finale nello Slam australiano. Perché? Corre meno, assai meno di un tempo, i suoi colpi sono meno profondi, i suoi recuperi meno perentori. Non è più atleticamente dominante. E sul dominio atletico, e mentale, delle partite Nadal aveva edificato il suo impero tennistico. Crollato.

martedì 24 giugno 2014

L'Italia di Prandelli (e di Renzi) perde con l'Uruguay. Fuori al primo turno come nel 2010. Un disastro

Impresa straordinaria. Difficile che potesse riuscire. Ed invece è riuscita. Italia fuori al primo turno contro una modestissima rappresentativa dell'Uruguay, tolti Cavani, Suarez, cascato ancora su di un mezzo cannibalismo, e Godin. Prandelli si è dimesso. E bene ha fatto, dacché le colpe maggiori sono le sue: confuso, spaesato, contraddittorio, del tutto privo di carisma. Ecco le pagelle degli azzurri.
Buffon 6,5: l'eliminazione è colpa della sua mancata uscita con la Costa Rica. Altro che! Stavolta fa una grande parata su Suarez e qualche altro intervento tempestivo. Ma, non decide. Superato
Darmian 4: impossibile credere che sia stato preferito a Santon. Provinciale
De Sciglio 3: non ha fisico né tecnica né acume tattico. Fa il terzino ma non sa crossare. Modestissimo
Barzagli 4: piedi di piombo, nessuna visione del gioco. Comprimario
Bonucci 5: ha piedi appena migliori dei compagni di reparto. Ma, non sa difendere. Modesto
Chiellini 3: scarso, senza appello. Morsicato
Verratti 6: grandi giocate, ma a 50 e passa metri dall'area avversaria. Marginale
Pirlo 5,5: trotterella, il campo scambiato per i giardinetti. Pensionato
Marchisio 1: l'uomo del destino. Falletto di reazione da finto boy scout. Renziano
Thiago Motta 6: subentra e fa la sua parte. Almeno ha personalità. Navigato
Cassano 5,5: non è brillante, ma sa giocare e ci prova fino alla fine. Volenteroso
Balotelli 4,5: uno come lui avrebbe dovuto segnare una tripletta, invece giocherella e si fa ammonire. Non è colpa sua, però, se Prandelli lo sostituisce con, con, con chi lo sostituisce? Parolo? Sfortunato (Balotelli, intendo).
Parolo 3: non ho parole per Parolo. Miracolato che non miracola
Immobile 2: finisce con i crampi l'eroe della rivoluzione. A 24 anni, dopo il vuoto di una prestazione imbarazzante, Ciro esce con i crampi. Scritturato ( da Fabio Fazio a Che tempo che fa, quello è il suo posto). Spompato
Prandelli 0: sbaglia tutto il possibile, cominciando dai capelli. C'hai una certa età e tagliateli! Ascolta la critica, pensa un poco, e persino la folla, che è peggio, e schiera Immobile con Balotelli. Poi, toglie il secondo e si perde il primo per crampi. Nessun attaccante al momento di rimontare. Ma, quanto è forte Pirlo. De Sciglio è un gran terzino, il tiqui taca, il centrocampo rotante. A casa. Purtroppo, assieme a lui, ci va pure l'Italia. Dilettante sbaragliato
Renzi 2: per responsabilità oggettiva. La cifra della sua Italia è la mediocrità. Nessuno sta nel posto che merita. Raccomandato


giovedì 19 giugno 2014

Pernacchia al tiqui taca. Spagna fuori dal mondiale brasiliano

Lo riconosco, Olanda e Cile sono tra le squadre migliori ammirate al mondiale brasiliano, ma ciò non toglie che il tiqui taca sia finito. Finito con tanto di pernacchia di commiato. Gli spagnoli hanno fatto il loro tempo. Come ho sempre sostenuto, il segreto del loro gioco non era tanto la tecnica o la disposizione tattica, ma, piuttosto il ritmo, i tempi di gioco. A quei ritmi, quelli  altissimi che tutti ricordano, gli spagnoli non perdevano un pallone e, comunque, lo recuperavano sempre rapidamente: un moto perpetuo di tutti i giocatori. Calato il ritmo, sono emersi tutti i loro limiti. La scarsa attitudine al tiro da fuori, la mediocrità dei difensori nell'uno contro uno. L'incapacità di trovare la rete con cross dalle fasce. Fuori al primo turno la Spagna che fu campione di tutto. Era ora. Sipario. E pernacchia. Inevitabile contrappasso di tanta supponenza.