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martedì 6 dicembre 2016

La crisi dell'Inter in 5 punti. Pioli inadeguato

Una crisi è una crisi. Impossibile definire altrimenti la vicenda ultima dell'Inter, passata, nello spazio breve di tre mesi, da Mancini a De Boer fino a Pioli, il più inadeguato dei tre. Nelle ultime quattro partite, l'Inter di Pioli ha ammassato la miseria di quattro punti e tutti gli argomenti, spesi per spiegarne la nomina, dalla conoscenza della serie A al polso fermo, alla preparazione tattica, hanno mostrato la corda dell'inconsistenza. Ciò detto, è crisi. Perché? Provo a spiegarla in 5 punti.

  1. Mancini, scontento del "mercato", ha allenato di malavoglia, sperando in una chiamata prestigiosa, puntualmente mancata. Preparazione poco intensa, impedita anche dalla gita americana di inutili amichevoli. La squadra ha, perciò, il fiato corto.
  2. L'Europeo e la Coppa America hanno riconsegnato giocatori spremuti, da Perisic a Miranda.
  3. De Boer è arrivato tardi, senza poter influire sulla preparazione e sulla rosa. Presto sfiduciato dalla dirigenza e non seguito da giocatori svogliati, è stato esonerato ingiustamente.
  4. Pioli non ha la personalità per stare all'Inter, dove hanno fallito allenatori ben più esperti di lui. Vuol compiacere la dirigenza, di qui l'insistenza su Kondogbia, l'ostracismo verso Santon, fedelissimo di De Boer. 
  5. I giocatori sono stati scelti un poco a caso. A pensarci bene, sia pure con caratteristiche assai diverse, Candreva, Gabigol e Joao Mario si esprimono al meglio giocando larghi a destra. Questo, tra i molti possibili, è un esempio della mancata programmazione, che fa dell'Inter una squadra ricca di talento ma pure di doppioni, con ruoli scoperti o coperti male. E povera, invece, di interisti veri, di giocatori legati alla maglia. L'indifferenza di molti di loro nasce dai continui cambiamenti: si sentono di passaggio.

giovedì 31 luglio 2014

Osvaldo chi? Un "tronista" per l'Inter

Pettinato come un "tronista" televisivo del pomeriggio o come l'antagonista dei fotoromanzi degli anni '80, arriva, senza furore, dall'Inghilterra, Osvaldo, destinazione Inter. Purtroppo. Qualche gol notevole, per carità, Osvaldo l'ha segnato e me lo ricordo. Ha forza fisica, coordinazione naturale, ma, insomma, mai è stato un attaccante di vaglia internazionale. Nemmeno nelle stagioni migliori, poche, figuriamoci oggi, che pare in disarmo piuttosto che no. Poi, mi posso sbagliare e mi auguro di sbagliare. Comunque, fossi nella dirigenza dell'Inter, Osvaldo almeno dal barbiere ce lo manderei.