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domenica 22 novembre 2020

Inter-Torino 4-2: via Conte e Marotta!

Si comincia con le sibilline dichiarazioni di Marotta su Eriksen, che sarebbe in predicato di andar via a gennaio, per volere di Conte. Si prosegue con un primo tempo imbarazzante e il Torino che trova, con Zaza, il gol alla sesta/settima occasione. Nella ripresa, Conte non cambia, fino al 2-0 di Ansaldi, che trasforma un rigore provocato da Young: azione da calcio amatoriale. Cambi. Accorcia Sanchez, inizialmente preferito a Lautaro, pareggia Lukaku, poi ancora il belga trasforma il rigore del sorpasso. Quindi il subentrato Lautaro firma il 4-2. Ciò nondimeno, il tempo di Marotta e Conte mi pare terminato. Per manifesta inadeguatezza. L'Inter ha vinto per l'intrinseca debolezza del Torino. Non per altro. Prima ora di gioco disastrosa, confusione nelle scelte societarie e di campo. Che il risultato finale non cancella! I nerazzurri hanno vinto di rabbia una volta saltati gli schemi. E non mi sembra un fatto secondario. La difesa a 3 iniziale, con D'Ambrosio, Ranocchia e Young è da brividi. Per tacere del centrocampo tutto muscolare. E non si dia la colpa a Gagliardini, che fa il mediano. Ma lui più Barella e questo Vidal stagionato non può funzionare. L'esclusione di Eriksen rimane, allo stato attuale, incomprensibile. E ingiustificabile.

lunedì 17 dicembre 2018

La Var che fine ha fatto?

Rigore negato a Zaza in Toro-Juve, rigore negato a Pandev in Roma-Genoa. Senza che la Var, o dovrebbe dirsi il Var?, fosse consultata. Nel silenzio assordante della stampa nazionale. La credibilità del campionato italiano di serie A, che da anni va scemando, ha toccato i minimi storici. E mi domando: perché, in sei partite di Champions League, la Juventus ha perso due volte ed è invece imbattuta dopo sedici partite di campionato? Un campionato in cui lo Young Boys, da cui la Juve ha perso in coppa, lotterebbe per non retrocedere!

domenica 30 agosto 2015

Floro Flores 50 gol in serie A, 102 gol in carriera

Prometteva di diventare un campione ma incrociò uno dei periodi meno fortunati del Napoli. Fu nell'Arezzo, in serie B, che dimostrò di essere un attaccante di valore. Centravanti potente, con una tecnica sudamericana, e la capacità, che poi è risultata anche un limite, di saper svariare su tutto il fronte offensivo. Passato all'Udinese, questa sua versatilità l'ha un po' allontanato dalla porta, impedendogli di raccogliere i bottini di reti che altrimenti avrebbe portato a casa. Grandi prestazioni, in ogni caso, specialmente quando era il terzo di un tridente tutto partenopeo, con Di Natale e Quagliarella. Ha fatto bene con il Genoa. Ora, con il Sassuolo, dove ha più spazio dopo la partenza di Zaza, Floro Flores è al secondo gol in due partite: ieri ha deciso il derby con il Bologna. Per Floro Flores, 50 gol in serie A, 102 gol in carriera. Pochi per un attaccante così talentuoso. Continuando a giocare con regolarità, però, ha ancora 32 anni, ne potranno venire molti altri.

domenica 1 febbraio 2015

Inter travolta dal Sassuolo: Mancini vattene. La crisi dell'Inter è seria

E non se ne va. Sta sempre lì a mendicare rinforzi, a rimpiangere gli assenti, a straparlare di progetto, protetto da una stampa sempre condiscendente e da una società allo sbando. Zaza e Sansone ricordano invece che Mancini ha un rendimento senza precedenti, asfaltando la sua vincibile armata già nel primo tempo. Nella ripresa, confusione. Qualche tentativo sbilenco. Mancini butta dentro anche Puscas. Ma il gol viene da Icardi, ingiustamente escluso all'inzio. Poi, terzo gol del Sassuolo, che scavalca l'Inter in classifica. Rigore di Berardi. Perché quando ben tirato Handanovic non para un emerito... rigore. Mancini vattene! Dieci partite, dieci punti per Mancini. Media di un punto a partita, media da retrocessione. Rischia di fare peggio, e sarebbe un'impresa, dell'Inter di Stramaccioni. Mancini vattene. 

lunedì 15 settembre 2014

Graziano Pellé, eroe in Inghilterra, merita la nazionale, ma è sottovalutato

Centravanti vecchia maniera, con tutti i colpi del centravanti vecchia maniera. Colpo di testa, gol rapinosi, tiro secco. Avrebbe meritato spazio in nazionale, ma, a parte chi scrive, erano in pochi a crederci. Colpa della scarsa considerazione in cui è tenuto il campionato olandese. Nelle ultime due stagioni nella terra dei tulipani, Graziano Pellè aveva segnato 55 gol in 66 partite con il Feyenoord. Non sono bastati. Ora, attraversata la Manica, per giocare nel Southampton, Premier League, subito 4 gol in 5 partite ufficiali, con tanto di doppietta rifilata ieri al Newcastle. In Italia, tutti pazzi per Zaza, ieri un fantasma al Meazza, di Pellè si scrive invece in fondo ai giornali. Eppure i suoi numeri sono ragguardevoli. Tanto più che Pellè ha anche buone doti tecniche e sa giocare per i compagni. Merita la nazionale e trovo sbagliato che nessuna squadra italiana di media o alta classifica abbia cercato di riportarlo in patria.