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mercoledì 3 aprile 2024

Il tennis, Wimbledon e gli inglesi

Hanno inventato il tennis moderno. Si gioca da loro, a Wimbledon, sull'erba, il torneo più antico e prestigioso e affascinante, eppure gli inglesi da quasi cento anni occupano una posizione di retroguardia nel tennis. Se andaste a consultare le statistiche, scoprireste che i tennisti inglesi, meglio britannici, hanno conquistato il torneo di Wimbledon per 37 volte. Più di tutti. Seguono gli statunitensi, con 33 vittorie e gli australiani, con 21. A guardar meglio, però, si osserva che i britannici hanno conquistato le prime 31 edizioni del torneo, dal 1877 al 1906. Nel 1907, il primo successo straniero dell'australiano Bookes. Poi, ancora due successi britannici, con Arthur Gore, nel 1908 e nel 1909, prima di un lungo digiuno durato sino alle tre affermazioni consecutive di Fred Perry nel 1934/35/36. Perry, capace di completare il Grande Slam, sia pure in stagioni diverse, rimase a lungo l'ultimo grande campione britannico. Dopo di lui, per parafrasare Luigi XV le deluge. Tim Henman, a cavallo tra i '90 e i primi anni 2000 aveva recitato da protagonista, ottenendo vittorie importanti, ma a Wimbledon si era fermato, per quattro volte, in semifinale. Fu necessario aspettare Andy Murray, capace di rivincere a Wimbledon dopo 77 anni, nel 2013. Tramontata la stella di Murray, il tennis d'Albione è tornato al piccolo cabotaggio. Mentre scrivo, il tennista britannico meglio classificato è Cameron Norrie, trentesimo nel ranking Atp.  Come si spiega questa crisi di risultati da parte degli inventori del tennis che conosciamo?  

domenica 16 luglio 2023

Wimbledon 2023: trionfa Alcaraz. Djokovic sconfitto in 5 set

Partita lunga. Djokovic vince il primo set, Alcaraz il secondo, al tie-break, e il terzo, Djokovic il quarto. Alcaraz vince il quinto e decisivo set. Djokovic è sconfitto e ha meritato di perdere, come avrebbe meritato di perdere nel 2019 contro Federer. Alacaraz è, peraltro, un degno vincitore di Wimbledon. Oggi, nei momenti salienti, alternando accelerazioni e smorzate, ha tolto ritmo al gioco noioso di Djokovic, rivelandone limiti antichi. Giustizia è fatta. Viva Alcaraz, viva Federer. Eh sì, lo so, sono del tutto parziale. 

Alcaraz - Djokovic: 1-6, 7-6, 6-1, 3-6, 6-4.

martedì 5 luglio 2022

Djokovic-Sinner: 5-7, 2-6, 6-3, 6-2, 6-2

Sinner sfida Djokovic a Wimbledon, dove il serbo ha vinto cinque volte. Tre, ancora fatico a crederci, contro sua maestà Roger Federer. Insomma, Djokovic è largamente favorito. Non mi nascondo. Non amo il tennis di Sinner, che considero meno talentuoso di Fognini e di Musetti. E gli preferisco anche Berrettini, che questo Wimbledon avrebbe, secondo me, potuto vincerlo. Ma, contro Djokovic, tiferò Sinner. Tiferei comunque contro Djokovic.  

La cronaca breve.

Comincia bene Djokovic e la partita sembra segnata. Ma, Sinner rimonta e vince il primo set 7-5 e il secondo, addirittura, 6-2. Il passaggio a vuoto, per l'altoatesino, giunge alla metà del terzo set, quando il suo servizio perde di precisione. Djokovic si annette il terzo set 6-3. La partita continua. Ma, non bene per Sinner, che subisce subito il break. Serve in modo discontinuo, mentre il serbo pare più a suo agio negli scambi da fondo. Djokovic si annette il quarto set per 6-2. Si va al quinto e decisivo set. Che, tuttavia, finisce allo stesso modo. Decisivo il calo fisico di Sinner e le basse percentuali di prime servizio. Così è Djokovic a qualificarsi alle semifinali. 

giovedì 23 giugno 2022

Quando Pietrangeli sfiorò Wimbledon: era il 1960

Per anni ci si è interrogati su chi sia stato il miglior tennista italiano di sempre. Pietrangeli o Panatta? La domanda resta attuale, anche se la nuova generazione di talenti, da Berrettini a Sinner a Musetti aggiungerà nuovi nomi al dilemma. Prima della cosiddetta Era Open, di certo nessuno è stato forte quanto Nicola Pietrangeli: due volte vincitore del Roland Garros, tre volte vincitore a Montecarlo, due volte vincitore agli Internazionali d'Italia. Per parlare del singolare, ma fu anche uno straordinario campione del doppio. Sulla terra rossa, ha avuto pochi rivali. Eppure andò vicino a vincere anche il torneo di Wimbledon. Era il 1960.  


Al primo turno, Pietrangeli superò per 6,3, 9-7 [il tie-break non esisteva ancora], 6-3, lo statunitenense Patty. Non uno qualunque: dieci anni prima si era imposto proprio a Wimbledon, dopo averlo fatto al Roland Garros. Aveva però, Patty, 36 anni, nove più di Pietrangeli, e declinava. Nel secondo turno (6-1, 6-4, 9-7), Pietrangeli sconfisse l'australiano Mulligan, giovanotto di 20 anni, che sui prati londinesi avrebbe raggiunto la finale due anni dopo. Al terzo turno, superò in cinque combattutissimi set il britannico Wilson (6-2, 4-6, 13-11, 6-8, 6-3), per sorvolare più agevolmente gli ottavi di finale contro l'americano Frost (6-4, 6-1, 6-2). Nei quarti, Pietrangeli battè in 4 set lo spilungone statunitense Barry MacKay (16-14, 6-2, 3-6, 6-4), che un anno primo aveva vissuto la migliore stagione della carriera con le semifinali proprio a Wimbledon e agli Australian Open (che pure si disputavano sull'erba).


E fu così che giunsero le semifinali, dove Pietrangeli incrociò la racchetta con il talento sublime del mancino australiano Rod Laver, di anni 22, che l'anno dopo e poi ancora nel 1969, dopo la parentesi del professionismo, avrebbe completato il Grande Slam stagionale! Il gioco di Laver, magnifico servizio, rovescio affilato, superba presenza a rete, sapienza unica di tocco, era grosso modo il contrario di quello di Pietrangeli, che si svolgeva più da fondo campo. Certo quello di Laver si adattava di più all'erba. La partita fu intensa e durò cinque set. Pietrangeli vinse il primo e il terzo, Laver il secondo, il quarto e il quinto (4-6, 6-3, 8-10, 6-2, 6-4). Fu la grande occasione mancata di Pietrangeli sull'erba, dove mai vinse un torneo, lui che, nel solo singolare, seppe conquistarne 48. Prima del magnifico Wimbledon 1960, che poi in finale Fraser avrebbe vinto contro Laver, una sola altra volta Pietrangeli aveva brillato sull'erba, a Sidney, dove nel 1957 aveva perso proprio contro Fraser.

martedì 21 giugno 2022

9 luglio 1877: nasceva il torneo di Wimbledon

Correva l'anno 1877 e nasceva il torneo di tennis di Wimbledon: 145 anni fa, tra il 9 e il 19 luglio. Se ancora vi domandate le ragioni del fascino unico dei prati londinesi, la prima va ricercata in questa distanza, che si misura in circa sei generazioni. Regnava su Londra e l'Inghilterra e il vastissimo impero britannico, esteso su parte dell'America, buona parte dell'Africa, l'India e il Pakistan di oggi e tanto altro mondo, la regina Vittoria, che era salita al trono nel 1837 e vi sarebbe rimasta sino al 1901. Gli inglesi dominavano politicamente sul continente e ancora non era avvenuto, a loro danno, il sorpasso economico e militare delle ex colonie degli Stati Uniti d'America. L'Italia era un giovane regno, guidato da Umberto I di Savoia. Proprio nei giorni in cui a Wimbledon si giocava, veniva approvata la Legge Coppino, che rendeva obbligatori i primi due anni di scuola elementare in un paese, l'Italia, piagato dall'analfabetismo. Il 1877. S'intravedevano rari esemplari di velocipede, soprattutto in Francia, nessuna vera avvisaglia delle automobili, del cinema. Nemmeno della trasmissione radiofonica. Guglielmo Marconi aveva appena tre anni. La cosiddetta seconda rivoluzione industriale si stava avviando, anche in Italia e in Germania, ma l'Europa restava, per lo più, profondamente rurale. E gli inglesi già giocavano a tennis e iniziavano una tradizione che sarebbe durata fino a oggi. Quella prima edizione fu vinta da Spencer Gore, ventisettenne, che le cronache attestano come il primo capace di utilizzare la volée: colpire al volo la pallina prima del rimbalzo sul proprio campo. Siamo agli albori della Belle Epoque, quel periodo di relativa pace, crescente benessere, pur tra gigantesche diseguaglianze, che l'Europa visse tra il 1871, con la fine della guerra tra Francia e Prussia, e il 1914, quando deflagrò la Prima Guerra Mondiale. Lo sport, come oggi lo conosciamo, nacque e si affermò allora.

domenica 19 giugno 2022

Queen's 2022: bis di Berrettini. Battuto Krajinovic in due set

Battuto il serbo Krajinovic in due set (7-5, 6-4) e Berrettini conquista per il secondo anno consecutivo i prati del Queen's di Londra. Settimo titolo Atp e quarto sull'erba per Berrettini. Alla vigilia di Wimbledon, dove fu finalista lo scorso anno. Molti lo criticano, rimproverandogli di possedere solo un grande servizio. Beh, non ha solo quello, pure importantissimo nel tennis moderno. Berrettini possiede anche un dritto notevole e una discreta attitudine a rete. Sull'erba può giocarsela con tutti, al momento. 

mercoledì 7 luglio 2021

Berrettini in semifinale a Wimbledon

Come Pietrangeli, senza la classe di Pietrangeli, ma con 17 cm di più in altezza, che nel tennis moderno contano, Berrettini va in semifinale a Wimbledon. Battuto Auger-Aliassime. E intravede anche la finale, perché il polacco Hurkacz - che ha battuto Federer - non mi pare un avversario irresistibile. Berrettini sarebbe il primo italiano nella storia a riuscirci.

mercoledì 16 giugno 2021

Halle 2021: Federer fuori agli ottavi

Fuori agli ottavi sull'erba amica di Halle. Roger Federer cede in tre set contro il canadese Auger-Aliassime: uno nato nel 2000, quando lo svizzero era già un tennista professionista. Federer eliminato, si diceva, in un torneo che ha conquistato per dieci volte, alla vigilia di Wimbledon, che resta, per l'asso elvetico, un sogno sempre meno consistente. Ha giocato letteralmente da fermo nel secondo e nel terzo set. E il tennis, tanto più quello moderno, non lo perdona a nessuno. Nemmeno a Federer. Saprà riprendersi, colui che tante volte in una carriera più che ventennale è riuscito a rialzarsi dopo cadute che tanti stimavano - e alcuni speravano - definitive? Io spero sempre di sì, per quanto tutto conduca a pensare di no. Ma, la miglior condizione fisica appare davvero lontana. Lotta contro il tempo che passa, Federer. E noi con lui. 

lunedì 18 maggio 2020

Mats Wilander: il campione schivo del tennis

"...di Borg, il giovane Mats era una sorta di clone, soprattutto per la regolarità e la resistenza..." (Gianni Clerici, "500 anni di tennis")
Predestinato ad una grande carriera, senza dubbio. Basti pensare che il suo primo torneo vinto da professionista fu il Roland Garros, nel 1982, quando doveva ancora compiere 18 anni. Mats Wilander, svedese di Vaxio, sconfisse in finale un veterano come l'argentino Guillermo Vilas. E subito i pensieri corsero a Borg, il dominatore del tennis mondiale, ritiratosi per noia (?) un anno prima. Solo che Wilander a Borg somigliava fino ad un certo punto. Se ne possedeva le qualità atletiche eccezionali, la freddezza nel gioco, la prevalenza da fondo campo e la resistenza alla fatica, non era però animato dalla medesima voglia di vincere, portava i capelli, ricci, piuttosto corti e non era minimamente adatto a diventare il personaggio ch'era stato il più illustre connazionale, che aveva tolto il tennis dall'atmosfera rarefatta e pitigrilliana dei circoli, per farne fenomeno di massa.


Dopo il successo sulla terra rossa parigina del 1982, Wilander seguitò a vincere un po' ovunque. Anche sul cemento di Cincinnati. E sull'erba. Non a Wimbledon, ma a Melbourne, quando lo Slam australiano era ancora sui prati e chiudeva la stagione agonistica. Nel 1983, battendo in finale Ivan Lendl e nel 1984, superando Kevin Kurren. Al Roland Garros sarebbe tornato ad imporsi, a quasi 21 anni, nel 1985, sempre contro Lendl, mentre aveva perduto, nel 1983 in finale da Yannick Noah. Wilander è solidissimo, impossibile batterlo al quinto set, ma il suo gioco non entusiasma. Sebbene abbia abbandonato il rovescio bimane in fase d'attacco, quando stacca la sinistra e si porta rete, dove l'esperienza nel doppio ha migliorato di molto il suo gioco di volo. Nel frattempo, è salito alla ribalta un altro svedese, dal tennis classico ed elegante, Stephan Edberg, che, insieme all'aitante tedesco Boris Becker, animerà una delle più belle e lottate rivalità a Wimbledon. Ecco, proprio Wimbledon resterà sempre inaccessibile a Wilander, che lì mai saprà spingersi oltre i quarti di finale. Gli anni 1986 e 1987, sono per Wilander meno vincenti che in passato. Lendl, che lo supera a Parigi e New York nel 1987, è l'indiscusso numero uno al mondo, Becker ed Egberg dividono il tifo, McEnroe vive un precoce declino. Wilander vince ancora Cincinnati e a Roma, ma, complice anche un temperamento quanto mai schivo e riservato, pare entrare in un cono d'ombra. Sembra.

Nel 1988, Wilander torna a vincere una prova Slam. Il suo terzo Australian Open, ora sul cemento, a gennaio, e contro l'idolo di casa, Pat Cash. A giugno, a Parigi, il capolavoro della sua carriera. Prevale in finale sulla sua antitesi tennistica, il mancino d'attacco, Henri Leconte, anch'egli beniamino di casa. Agli Us Open, perché Wimbledon resta stregato, batte per l'ennesima volta Lendl: tre titoli Slam in un anno e primo posto della classifica mondiale, strappato proprio all'impassibile cecoslovacco naturalizzato americano. Resterà ai vertici Atp per cinque mesi, Wilander. Ma, la sua testa ha già svoltato. D'un tratto la voglia di tennis, dei sacrifici legati al tennis, l'abbandona. Di lì a fine carriera, vincerà solo altri due tornei: Palermo, 1988, Itaparica 1990. Per ritirarsi, di fatto, nel 1991. Tornare in campo nel 1993 e fino al 1995. Senza più essere davvero competitivo. Ed ecco che la sua storia torna a somigliare a quella di Borg. Che all'apice del successo, si era sentito svuotato, mollando tutto. Chiuderà con sette titoli dello Slam in undici finali disputate.

domenica 25 giugno 2017

Halle 2017: nono trionfo per Federer, grande favorito a Wimbledon

Federer travolge 6-1, 6-3 Alex Zverev sull'erba di Halle, dove ottiene il nono titolo, dichiarandosi il grande favorito per il successo a Wimbledon. Per Federer si è trattato del quarto titolo stagionale nonché del titolo Atp n. 92, appena due meno di Lendl. Nemmeno il primatista Connors, 109 titoli Atp, è più così lontano.

lunedì 8 giugno 2015

Wawrinka vince a sorpresa il Roland Garros: battuto Djokovic

Va bene ha un grande rovescio, ma il trentenne Wawrinka batte comunque a sorpresa Djokovic nella finale del Roland Garros 2015. Per lo svizzero cresciuto nel mito ed all'ombra di sua maestà del tennis Roger Federer, si tratta del secondo titolo dello Slam, dopo gli Australian Open 2014, quando in finale superò Nadal. Sfuma il sogno, reale soltanto nella testa di qualche critico, del Grande Slam per Djokovic. Che punta, però, ad un immediato riscatto a Wimbledon. Lo scorso anno superò in cinque set Federer. La finale, secondo me, quest'anno sarà la stessa di allora. Spero, con esito opposto.

domenica 9 giugno 2013

Ottavo sigillo di Nadal al Roland Garros

Allunga in vetta Nadal, già vincitore di sette titoli a Parigi. Demolendo Ferrer in tre set, il campionissimo maiorchino si  è aggiudicato il Roland Garros per l'ottava volta in carriera. Nessun tennista aveva mai saputo fare tanto in un torneo dello Slam, non Federer, Sampras e Renshaw, 7 vittorie a Wimbledon, non Tilden, Larned e Sears, 7 vittorie agli Us Open, non Roy Emerson, 6 titoli agli Open d'Australia. Insomma, il dominio di Nadal sulla terra rossa ha davvero dell'incredibile. Nove partecipazioni ed otto vittorie. Resta il solo Soderling, per ora, a potersi vantare di aver battuto Nadal al Roland Garros.

giovedì 30 maggio 2013

Roland Garros 2013: Fognini batte Rosol in quattro set, 6-2, 7-6, 2-6, 6-1, e vola al terzo turno. Affronterà Nadal, a meno di clamorose sorprese

Bella affermazione di Fognini nel secondo turno del Roland Garros 2013. Il campione ligure ha sconfitto in quattro set il ceko Rosol, assurto agli onori delle cronache lo scorso anno, quando inflisse a Rafa Nadal una precoce eliminazione al torneo di Wimbledon: 6-2, 7-6, 2-6, 6-1 il punteggio finale. Per Fognini, che ha giocato con sicurezza, escluso il passagio a vuoto nel terzo set conquistato dall'avversario, si schiudono le porte del terzo turno a Parigi. Del resto, sulla terra battuta, Fognini vale da tempo i primi dieci giocatori del mondo. Il problema è che, con ogni probabilità, dovrà affrontare Nadal, numero uno al mondo e di sempre sulla terra rossa.

martedì 11 settembre 2012

Andy Murray batte in finale Djokovic, avanti di due set, subisce la rimonta e la spunta al quinto. Murray conquista gli Us Open dopo le Olimpiadi

E'arrivato, finalmente, il primo titolo dello Slam per Andy Murray, scozzese di vero talento, che aveva perso, prima di battere Djokovic, le precedenti quattro finali disputate in un torneo dello Slam. La prima, tanti anni fa, proprio a New York, contro sua maestà Roger Federer. Da cui aveva perso anche l'ultima sull'erba di Wimbledon. Sicché, a 25 anni compiuti, con un carico gigantesco di aspettative tennistiche che i britannici riversavano sopra di lui, come avevano fatto per anni con Tim Henman, il rischio era quello di restare nel limbo dei grandi incompiuti. La svolta è giunta a Wimbledon, sia pure alle Olimpiadi, che nel tennis contano fino ad un certo punto. L'oro olimpico, ad ogni modo, deve avergli conferito quella fiducia nei propri mezzi, necessaria per compiere il salto di qualità. Poi, per la verità, una vittoria di Murray contro Djokovic era prevedibile. Sia perché il serbo ha sempre sofferto lo scozzese sia perché, sul cemento americano, Murray aveva già sconfitto Djokovic a Cincinnati, nel 2008 e nel 2011, a Miami nel 2009.

domenica 5 agosto 2012

Murray d'oro, Federer d'argento, Del Potro di bronzo

Vittoria di Murray nella finale Olimpica sul centrale di Wimbledon. L'asso scozzese, quattro volte finalista sconfitto nei tornei degli Slam, riesce nelle Olimpiadi di casa a cogliere il primo successo di prestigio assoluto di una carriera da incompiuto. A 25 anni compiuti: nel tennis non sono pochi. Federer ci ha messo del suo per perdere, commettendo addirittura 31 errori gratuiti contro i 17 dell'avversario. La vera differenza, però, è stata nella gestione dei punti apicali e, particolarmente, delle palle break, Federer ne ha avute nove senza trasformarne una. E' probabile che il campionissimo svizzero abbia patito il tifo per il rivale in uno stadio che, dal 2003, ha sempre delirato per lui. Alla fine, medaglia d'oro per Murray, medaglia d'argento per Federer, medaglia di bronzo per Del Potro, che, a sorpresa, ha sconfitto Djokovic.

lunedì 30 luglio 2012

Olimpiadi di Londra 2012: la Pennetta vola al terzo turno, battuta la Pironkova

Bellissima impresa di Flavia Pennetta, che sull'erba di Wimbledon tiene alta la bandiera azzurra, dopo l'eliminazione dell'Errani e della Schiavone. La campionessa brindisina accede al terzo turno del torneo olimpico di singolare dopo avere sconfitto in due rapidi set, 7-5, 6-1, la bulgara Pironkova. Tenendo da parte la classifica Wta, che premia la Pennetta, la partita non era scontata, considerato che la Pironkova fu capace, nel 2010, di raggiungere le semifinali a Wimbledon e che possiede una notevole attitudine al gioco sull'erba. La Pennetta, assistita da una buona condizione atletica, potrebbe arrivare in fondo alla competizione.

lunedì 9 luglio 2012

Wimbledon 2012: sette volte Roger Federer, leggenda vivente del tennis

No, Murray non avrebbe potuto costituire un ostacolo autentico per Federer. Passi per il primo set, ceduto al beniamino di casa per ragioni di copione, perché l'impresa riuscisse più fulgida. A Federer toccava vincere e Federer ha vinto Wimbledon 2012, in quattro set, giocando un tennis magnifico. Settima vittoria a Wimbledon, come Renshaw ai tempi dei pionieri, dei pantaloni lunghi e dei berrettini e le racchette di legno. Settima vittoria a Wimbledon, come Sampras, che Federer sconfisse proprio sull'erba londinese più di dieci anni orsono rivelandosi al mondo degli appassionati. Roger Federer torna a vincere una prova dello Slam, dopo gli Australian Open del 2010, due anni e mezzo di astinenza prolungata, che qualche solone improvvido aveva scambiato per la prova di un declino, ancora lontano. Diciassettesimo titolo dello Slam, Sampras, sempre lui, staccato di tre lunghezze a quattordici. Non giriamoci attorno, Federer è il più grande tennista di ogni tempo. E la sua storia, già confluita nella leggenda, non finisce qui. Per le statistiche, segnalo che quella di Wimbledon è stata la vittoria n. 75 nel circuito Atp per Federer, la quinta dall'inizio dell'anno. Manco a dirlo, Federer è risalito al numero uno della classifica mondiale.

domenica 13 novembre 2011

Parigi Bercy 2011: trionfa Federer

Do di petto a fine stagione per il maggior tenore del tennis mondiale. Roger Federer il Grande trionfa, per la prima volta in carriera, a Parigi Bercy, ultimo torneo Masters 1000, che mancava alla sua prodigiosa collezione. Tolti i tornei di Roma e Montecarlo, dove ha patito la sindrome di Nadal. Supera Tsonga, beniamino di casa, in due set, per 6-1, 7-6 e si candida a vincere anche il Master, che scriverà la parola fine sul 2011, l'anno suo più difficile degli ultimi dieci. S'era detto, sul veloce al coperto, Federer è ancora il più forte. E, senza dubbio, è ancora il più forte nelle partite al meglio dei tre set. Per tornare a vincere uno Slam, il che credo accadrà assai presto, invece, deve ritrovare la concentrazione, che qualche volta, soprattutto quest'anno, gli ha fatto difetto. A Wimbledon, ad esempio, ha perso proprio da Tsonga, partendo da due set di vantaggio. Insomma, a 30 anni compiuti, la frontiera dei cinque set, quella dei tornei Slam appunto, è un poco più lontana. Ma, comunque, alla portata del suo talento.