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mercoledì 15 aprile 2020

Il dribbling in un fazzoletto: Carlos Valderrama

Chioma ricciuta e bionda, ma tinta, su carnagione bruna, fisico tozzo, corsa lenta e svogliata, numero dieci sulle spalle, Carlos Valderrama era un calciatore antico già 30 anni fa. Sudamericano, colombiano, giunse a sommare più 100 partite con la maglia della propria nazionale, partecipando a tre mondiali, tra il 1990 e il 1998, conquistando tre terzi posti in Coppa America e due premi come miglior giocatore sudamericano dell'anno, nel 1987 e nel 1993. Mentre il calcio virava verso l'atletismo puro, si velocizzava e si drammatizzava, Valderrama restava un impassibile e compassato artista della metà campo. Non eseguiva uno scatto, se non per chiudere uno degli innumerevoli triangoli che disegnava sul rettangolo di gioco. Il suo talento era quello dello scacchista: prevedeva, in anticipo, due, tre, quattro mosse successive, due, tre, quattro fotogrammi del film agonistico che si andava svolgendo. E, così, dentro pochi metri, danzava sul pallone, una finta, uno scarto, la palla dal destro al sinistro, il lancio. Di prima. Mandava a vuoto con la solita finta sempre un paio di avversari. E liberava al tiro un compagno. Come un pittore rinascimentale, che passasse a controllare il lavoro dei suoi apprendisti. Gli bastava un tocco solo, molte volte, per mutare il senso e il corso di un'azione, talora di una partita. Un campione di sottrazione. Lento nell'incedere, fulmineo nel pensare, consapevole e regale nell'eseguire. 
Carlos Valderrama - Wikipedia
Carlos Valderrama

domenica 29 giugno 2014

Colombia ai quarti: fortissimo James Rodriguez, ricorda Recoba

Tutto mancino, gran tiro dalla distanza, forte nei calci piazzati, scatto. Mi ricorda Recoba, di cui ha meno fantasia ma maggior tenuta atletica, James Rodriguez, stella della Colombia, che ieri, con una sua pregevole doppietta, ha steso l'Uruguay del sopravvalutato Taberez. Colombia ai quarti, come nemmeno ai tempi di Valderrama. Ad Italia '90, agli ottavi, i colombiani persero con il Camerun di N'Kono, un portiere dimenticabile, che era però l'idolo di Buffon. Uno che, per l'appunto, di calcio non capiva e non capisce alcunché. Tornando a Rodriguez, il giovanotto, per ora in forza al Monaco, è davvero forte. Ai quarti se la vedrà contro i padroni di casa del Brasile, passati soltanto ai rigori contro il Cile. Sarà un confronto apertissimo.