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sabato 24 ottobre 2020

Sestriere: vince Geoghegan Hart, Hindley in rosa

Vince la volata a due sul Sestriere il britannico Geoghegan Hart, davanti ad Hindley. Ora hanno lo stesso tempo, con Hindley in maglia rosa per questione di centesimi. Sarà la cronometro di domani ad assegnare il Giro d'Italia 2020. E Hart, contro il tempo, va più forte di Hindley. Kelderman ha perso oltre un minuto e mezzo oggi scendendo al terzo posto in classifica. Ha tenuto anche Almeida, ora quinto ma domani potrebbe scalare almeno una posizione. Nibali, undicesimo di tappa, è settimo nella generale. Ricambio generazionale avvenuto ed irreversibile.

giovedì 30 aprile 2020

Tour de France 1992: 1. Indurain 2. Chiappucci 3. Bugno. La strana cronometro del Lussemburgo. L'impresa di Chiappucci sul Sestriere

Nel 1992, Indurain venne al Tour de France dopo aver conquistato il Giro d'Italia, davanti a Chiappucci. Bugno, con in testa soltanto la maglia gialla, aveva disertato la corsa della Gazzetta, svolgendo una programmazione mirata al potenziamento muscolare per le prove contro il tempo. A cronometro, migliorerà poco, e peraltro era già abbastanza forte, perdendo invece in salita, dove aveva, naturali, doti se non di scatto almeno di progressione davvero notevoli. Va da sé che il Tour propone cronometro a profusione. Com'era accaduto con Anquetil e poi con Hinault, che però era anche ottimo scalatore, ora succede con il navarro Indurain. Che si aggiudica subito il cronoprologo. Bugno, che al Giro della Svizzera ha vinto a cronometro, ma perso il successo finale in favore di Giorgio Furlan, aspetta la cronometro del Lussemburgo per avere conferme. Arriveranno solo smentite. Indurain, in 65 km, infligge tre minuti al secondo classificato, curiosamente il suo luogotenente Armand De Las Cuevas. Bugno, solo terzo, accuserà 3'41". Mai visto qualcosa del genere. Uno specialista, lo dice la storia del ciclismo, può dare 3" a chilometro ad uno scalatore, che sia negato all'esercizio contro il tempo. Ma, Bugno a cronometro andava. Andava eccome. Ne aveva vinte in carriera. Bugno dichiarerà di essersi demoralizzato negli ultimi 10 km, appresi dalla sua ammiraglia i tempi di Indurain. Può essere, resta la prestazione monstre di Indurain e quella, ancora più sorprendente, di De Las Cuevas. La carriera di Bugno, nelle corse a tappe, finisce nel Lussemburgo. Il 13 luglio 1992. Indurain prende la maglia gialla, sfilandola al francese Pascal Lino, il 18 luglio, dopo la tappa del Sestriere, illustrata da una fuga antica di Chiappucci. La terrà fino a Parigi. Una curiosità, nella diciannovesima tappa, da Tours a Blois, terza cronometro individuale (64 km) - ma c'è stata pure una cronosquadre - Indurain vince di nuovo, Bugno è secondo. A 40". A Parigi, Indurain primo, Chiappucci secondo a 4'35", Bugno terzo a 10'49". Indurain, con la prima doppietta Giro-Tour nello stesso anno, che replicherà nel 1993, appaia Coppi, il primo a riuscirci, Anquetil, Merckx, Hinault e Roche. Chiappucci accende la fantasia di molti tifosi e guadagna la simpatia della stampa sportiva, che ne apprezza il coraggio. Bugno è subissato di critiche. Sbagliata la programmazione e la preparazione. Si è appesantito in salita per il lavoro a cronometro. Ma anche per l'ostinazione con la quale spinge lunghissimi rapporti, vietati a tutti gli altri. Non si consiglia né gli consigliano una pedalata più agile.
File:Claudio Chiappucci, Sestriere, Tour de France 1992.jpg ...
Claudio Chiappucci, Sestriere, 1992

sabato 30 maggio 2015

Crisi di Contador sul Colle delle Finestre, ma il Giro è suo. Bis di Aru sul Sestriere

La telecronaca Rai ha immaginato un altro esito. Sterile esercizio di fantasia. La crisi di Contador sullo sterrato del Colle delle Finestre, che pure c'è stata, appare da subito incapace di mutare gli scenari della corsa. Perché Contador ha classe ed esperienza, sale del suo passo, fa una discesa giudiziosa e risale del suo passo verso Sestriere. Cede poco più di due minuti ad Aru, ottimo vincitore di giornata. Un altro capolavoro di strategia del castigliano, che affronta senza scomporsi la prima difficoltà di questo Giro. Tutto nella norma. Contador non è Bartali e non è Gaul e non è Pantani. Forte, ma non fortissimo, in salita, i suoi successi nelle gare a tappe sono stati costruiti anche a cronometro. Pure questa volta è andata così.