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mercoledì 11 maggio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Londra2012. #Bolt vince tre ori: 100, 200 e 400x100

Nel 2012, per la terza volta, dopo il 1908 ed il 1948, le Olimpiadi tornano a Londra, Inghilterra, Regno Unito, che chiuderà terzo nel medagliere, dietro Stati Uniti e Cina. L'Italia, dal canto suo, si classifica ottava, assommando 8 ori, 9 argenti e 11 bronzi. Usain Bolt si ripete dopo Pechino 2008, conquistando la medaglia d'oro nei 100 m, 9"63, e nei 200 m, 19"32, ma questa volta l'asso giamaicano si aggiudica anche la staffetta 4x100, con tanto di strabiliante primato del mondo in 36"84. Nel mezzofondo, si registra la doppietta, 5.000 e 10.000 m, di Mo Farah. Nell'atletica leggera, l'Italia porta a casa soltanto il bronzo del trentaseienne Fabrizio Donato nel salto triplo. Tre ori arrivano agli azzurri dalla tradizionale riserva della scherma, uno di questi, nel fioretto a squadre, è il sesto ed ultimo in carriera per la leggendaria Valentina Vezzali. Nel ciclismo, la prova a cronometro è vinta dal corridore di casa Wiggins, fresco vincitore del Tour de France 2012. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata23^ puntata24^ puntata25^ puntata26 ^ puntata, 27^ puntata)

giovedì 24 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Atlanta1996, Michael Johnson oro nei 200 e nei 400 m, quarto oro di Carl Lewis nel salto in lungo

Le Olimpiadi del centenario da Atene 1896 si tengono, nel 1996, negli Usa, ad Atlanta , piuttosto che nella capitale greca. Trionfano nel medagliere i padroni di casa, davanti alla Russia ed alla Germania. L'Italia torna competitiva e risale al sesto posto, assommando 13 ori, 10 argenti e 12 bronzi. Eroe della manifestazione è il velocista americano Michael Johnson, che realizza una doppietta mai riuscita prima, né dopo, sui 200 e sui 400 m, con tanto di primato del mondo sulla distanza più breve. Cade il 19"72 di Pietro Mennea sui 200 m, dopo diciassette anni: la finale che Johnson domina in uno strabiliante 19"32, vede anche il namibiano Fredericks scendere sotto il vecchio record di Mennea, correndo in 19"68. Inorridiscono i puristi dell'atletica, perché Michael Johnson, dalla corporature massiccia ma non slanciata, corre impettito, con poca fluidità, tenendo un'andatura da soldatino, che, tuttavia, è efficacissima sul tartan. Michael Johnson realizza il primato olimpico, 43"49, sui 400 m. La gara regina dell'atletica, i 100 m, è vinta dal canadese Donovan Baley, che correndo in 9"84 stabilisce il nuovo record mondiale. Il momento più alto dell'atletica, però, coincide con il salto a 8,50 m di Carl Lewis, che conquista così il quarto oro olimpico consecutivo, eguagliando Al Oerter, che, nel lancio del disco, tra Melbourn 1956 e Città del Messico 1968, aveva saputo fare altrettanto. L'Italia ottiene un bronzo con Lambruschini nei 3.000 siepi e l'argento con Fiona May nel salto in lungo. Quattro ori all'Italia arrivano dal ciclismo, tre dalla tradizionale riserva della scherma. L'oro più significativo lo vince, però, Yuri Chechi, nella ginnastica, agli anelli, eseguendo in finale un esercizio straordinario. Da segnalare il torneo olimpico di calcio, vinto dalla Nigeria, davanti all'Argentina di Zanetti e Crespo, capocannoniere a pari merito con Bebeto, ed al Brasile dello stesso Bebeto e di Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo, destinato a diventare il più grande centravanti della storia. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata, 23^ puntata)

martedì 22 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Barcellona1992, il #DreamTeam (23^ puntata)

Olimpiadi a Barcellona, Catalogna, Spagna, 1992. Il mondo è cambiato. Sparita l'Urss, c'è una confederazione delle ex repubbliche socialiste sovietiche, tolti i paesi baltici, che corrono da soli, al primo posto del medagliere, davanti agli Stati Uniti ed alla Germania che Helmut Kohl è riuscito a riunificare. Si affaccia tra le grandi potenze dello sport mondiale la Cina, che ottiene un clamoroso quinto posto. Mentre l'Italia, sulla quale cominciano a soffiare i venti mefitici di tangentopoli, dovrà accontentarsi di un modesto dodicesimo posto, assommando 6 ori, 5 argenti e 8 bronzi. La vittoria più sorprendente è quella dell'inglese Linford Christie, che ha già 32 anni, sui 100 m con un buon 9"96. Nei 200 m, la vittoria va allo statunitense Mike Marsh, che, in semifinale aveva fermato il cronometro a 19"73, ad un solo centesimo dal primato mondiale del 1979 di Pietro Mennea. Carl Lewis, dominatore della velocità nelle due precedenti edizioni dei giochi, vince l'oro, come ultimo staffettista, nella 4x100, che stabilisce il record del mondo in 37"40, Per Lewis, giunge anche il terzo oro consecutivo nel salto in lungo, con 8,67 m, tre centimetri in più di Mike Powell, che l'anno prima a Tokyo, nella più bella gara del lungo della storia, aveva saltato a 8,95 m, primato del mondo ancora imbattuto, mentre Carl Lewis si era fermato a 8,91 m. La gara più bella delle Olimpiadi di Barcellona, invece, restano i 400 h, che un Kevin Young in stato di grazia corre in 46"78, tempo ancora oggi insuperato. L'Italia ottiene soltanto una medaglia nell'atletica, il bronzo di De Benedictis nella 50 km di marcia. I fratelli Abbagnale, dopo gli ori di Los Angeles 1984 e Seul 1988, si fermano all'argento. Le medaglie più belle per gli azzurri vengono dal ciclismo su strada, con l'oro di Fabio Casartelli, che, purtroppo, tre anni dopo, al Tour de France morirà dopo una terribile caduta, e dalla pallanuoto maschile: il settebello azzurro, dopo una drammatica finale chiusa ai supplementari, ha la meglio sui padroni di casa della Spagna. Da ricordare, infine, l'oro, nel basket, del cosiddetto Dream Team, la squadra di pallacanestro degli Stati Uniti, che raduna i migliori talenti Nba dell'epoca, e forse di sempre, da Jordan a "Magic" Johnson a Larry Bird: oro, manco a dirlo ed uno spettacolo unico. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata, 22^ puntata)

lunedì 21 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Seul1988. #Bordin oro nella maratona, Ben Johnson squalificato (22^ puntata)

Seconde Olimpiadi asiatiche, dopo Tokyo 1964 i giochi si tengono a Seul, Corea del Sud, nel 1988. Dopo i reciproci boicottaggi, Usa ed Urss, al canto del cigno, tornano a confrontarsi. E nel medagliere si'impone l'Urss, che sta crollando sotto i colpi della perestroika di Gorbaciov, davanti alla Germania Est, impero del doping di stato, ed agli Stati Uniti. La sfida delle sfide, riedizione di quella dei mondiali di Roma 1987, si svolge sui 100 m, tra Carl Lewis, già leggendario figlio del vento, ed un atleta canadese, di origini caraibiche, Ben Johnson, assurto agli onori dell'atletica mondiale da un paio di stagioni, dopo un lungo anonimato: massiccio, dalla muscolatura ipertrofica ed irreale, con vene esposte, che pulsano ritmicamente, deltoidi che minacciano di esplodere  e lo sguardo allucinato, Ben Johnson vince in un incredibile 9"79: verrà trovato positivo ai controlli antidoping, ammetterà, dopo qualche iniziale resistenza, di essersi aiutato con sostanze vietate, e sarà squalificate. Uno scandalo senza precedenti. L'oro andrà a Carl Lewis, nuovo primatista del mondo sulla distanza con 9"92. Lewis, vincerà l'oro anche nel salto in lungo, mentre sui 200 sarà beffato dal connazionale Deloach, che con 19"75 avvicinerà sensibilmente il primato di Mennea, quel formidabile 19"72 destinato a resistere altri otto anni. L'Italia ottiene un oro straordinario nella gara più affascinante, la maratona dominata dal veneto Gelindo Bordin, che dopo ottant'anni conquisterà quel trionfo, che Dorando Pietri, a Londra 1908, aveva soltanto sfiorato. Nei 10.000 m, invece, arriva l'argento di Salvatore Antibo, destinato, negli anni che immediatamente seguiranno, a diventare il faro del mezzofondo italiano ed europeo. Le emozioni più grandi per gli azzurri, alla fine decimi nel medagliere con 6 ori, 4 argenti e 4 bronzi, vengono tuttavia dal canottaggio. Nel "due con", i fratelli Abbagnale, Giuseppe e Carmine, guidati dal timoniere Peppino di Capua replicano l'oro di Los Angeles 1984, mandando in estasi Gianpiero Galeazzi che commenta per la Rai la grande impresa dei canottieri italiani, scandendo un ormai epico "andiamo a vincere". Il trionfo degli Abbagnale sarà completato da Agostino Abbagnale, oro nel "quattro senza". Quelle di Seul sono Olimpiadi profondamente segnate dal doping. Della Germania Est, s'è detto. Di Ben Johnson, anche. Ma, l'ombra del sospetto si allunga anche su Florence Griffith Joyner, velocista statunitense, che ancora oggi detiene i primati del mondo su 100 m e 200 m. La Griffith Joyner, manco a dirlo oro nelle due specialità, morirà a soli 38 anni, nel sonno, appena dieci anni dopo i tronfi di Seul. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata, 21^ puntata)

giovedì 10 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Roma1960 (Roma 1960). Le leggende di Bikila e Cassius Clay. Berruti oro nei 200 metri (15^ puntata)

Le Olimpiadi arrivano in Italia, a Roma, nel 1960. E' un'edizione straordinaria dei giochi, nel pieno del cosiddetto boom economico, che rivela al mondo campioni leggendari come Cassius Clay, che poi si farà chiamare Muhammad Ali, oro nel pugilato nei massimi leggeri, o l'etiope Abebe Bikila, che trionfa scalzo nella maratona, corsa di notte dentro lo scenario magico di una Roma incantata. E' ancora l'Unione Sovietica a trionfare nel medagliere, davanti agli Stati Uniti ed all'Italia, che assomma 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi. Nell'atletica leggera, Livio Berruti ottiene una clamorosa vittoria nei 200 m, con tanto di primato del mondo. La sua figura longilinea, la sua corsa elegantissima strapperanno pagine memorabili alla penna felice di Gianni Brera: "L'impressione che desta Berruti è sconvolgente. I muscoli deflagrano come in frenesia ma il gesto è di eleganza incredibile, mai vista". E' per Berruti, che Brera conierà l'appellativo di abatino, poi riservato a Gianni Rivera. Berruti, nel villaggio olimpico vivrà una casta storia d'amore con Wilma Rudolph, statunitense, che farà incetta di ori nella velocità. Un grande oro all'Italia viene dal pugile Nino Benvenuti nei pesi welter: Benvenuti saprà replicare questo successo anche tra i professionisti, diventando campione del mondo sia nei superwelter che nei pesi medi. L'Italia domina nel ciclismo, da cui vengono ben cinque medaglie d'oro, tra strada e pista e nella solita riserva della scherma, con l'oro individuale nella spada di Delfino e l'oro nella spada a squadre, con l'intramontabile Mangiarotti. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata, 14^ puntata)

Storia delle Olimpiadi: Melbourne 1956 (14^ puntata). Il trionfo dell'Urss

Le Olimpiadi raggiungono il quinto continente nel 1956 e sbarcano in Australia, a Melbourne. Si registra la clamorosa e rumorosa affermazione dell'Urss di Nikita Krusciov, che strappa agli Stati Uniti il primo posto del medagliere, relegandoli al secondo, davanti ai padroni di casa dell'Australia. L'Italia, che comincia a vivere il proprio miracolo economico, si conferma al quinto posto, assommando 8 ori, 8 argenti e 9 bronzi. Nell'atletica leggera, dove brilla la stella del velocista americano Bobby Joe Morrow, primo nei 100, nei 200 e nella staffetta 4x100, l'Italia resta all'asciutto. La medaglia più bella giunge dal ciclismo su strada, dove Ercole Baldini conquista un oro che gli spalancherà le porte di una grande carriera tra i professionisti. Nel calcio, mattatori sono i paesi dell'Est, dove il dilettantismo, condizione per partecipare ai giochi olimpici, è la regola, con tanto di finale tra Jugoslavia ed Urss. Vince l'Unione Sovietica, che in porta schiera un gigante dai riflessi formidabili. Lev Jascin, destinato a diventare una leggenda del suo sport. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata, 13^puntata)

venerdì 4 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Helsinki 1952 (13^ puntata). La leggenda di Zatopek. Quando Bud Spencer era ancora Carlo Pedersoli

Nel 1952 le Olimpiadi si tengono ad Helsinki, in Finlandia. Dietro i soliti Stati Uniti, che conquistano il primo posto nel medagliere, arriva l'Urss, a rinfocolare una competizione senza quartiere, tra le due massime potenze mondiali: la guerra fredda, secondo la celebre definizione coniata da Orwell. Terza arriva l'Ungheria, paese del blocco socialista, come la Cecoslovacchia di Emil Zatopek, il leggendario fondista che, dopo le imprese di Londra 1948, si ripete conquistando i 5.000 ed i 10.000 m, aggiungendo un clamoroso successo nella maratona. L'Italia, che sta avviando una faticosa ma inesorabile ricostruzione sulle macerie della guerra, ottiene un ottimo quinto posto, assommando 8 ori, 9 argenti e quattro bronzi. Nell'atletica leggera, Consolini, oro nel disco a Londra quattro anni prima, vince l'argento, mentre da Dordoni arriva l'oro nella 50 km di marcia. Nella gara regina del nuoto, i 100 stile libero maschile, un atleta italiano scende per la prima volta sotto la soglia del minuto. Si tratta di un colosso napoletano di ottimi studi, Carlo Pedersoli, che poi avrà una straordinaria carriera di attore con il nome d'arte di Bud Spencer. Nonostante il primato italiano, Pedersoli esce di scena in semifinale. La riserva di caccia dell'Italia resta, però, la scherma. E, fra tutti, si distingue il grande Edoardo Mangiarotti, che, a sedici anni di distanza dall'oro di Berlino 1936 nella spada a squadre, conquista due medaglie d'oro ad Helsinki, nella spada individuale e di nuovo nella spada a squadre, oltre a due argenti, nel fioretto maschile e nel fioretto a squadre. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata, 12^ puntata)

martedì 16 febbraio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Berlino 1936 (11^ puntata). La leggenda di Jesse Owens

Nel 1936, le Olimpiadi, undicesima edizione dell'era moderna, si tennero a Berlino. I nazisti, di cui ancora molti in Europa sottovalutavano il pericolo, si profusero in uno sforzo senza precedenti per comunicare al mondo la folle idea di superiorità della civiltà tedesca e della fantomatica razza ariana. Hitler diede incarico ad una giovane regista, peraltro ricca di talento, Leni Riefenstahl di raccontare per immagini l'avventura delle Olimpiadi: ne sortì un lungo film, Olympia, maniacale ed estetizzante, ma tecnicamente notevole, nel quale gli sforzi degli atleti venivano ripresi da mille angolazioni. Un capolavoro inquietante. L'eroe della manifestazione, inesorabile beffa alle teorie razziali dell'imbianchino austriaco, sarà lo statunitense di colore Jesse Owens, quattro medaglie d'oro, a cominciare da quella più prestigiosa sui 100 piani, cui si aggiungeranno l'oro sui 200, l'oro nella 4x100 e l'oro nel salto in lungo. Soltanto Carl Lewis, a Los Angeles 1984, riuscirà ad eguagliare questo primato. La Germania trionfa però nel medagliere, davanti agli Stati Uniti, usciti a pezzi dalla "grande depressione" ed alla sorprendente Ungheria. Quanto alla regina della manifestazione, l'atletica leggera, nel mezzofondo veloce, l'Italia ottiene un argento con Mario Lanzi, negli 800 m, ed un bronzo con Beccali, campione a Los Angeles, nei 1.500 m. Ma, il risultato più bello è quello colto dalla staffetta 4x100: un argento dietro gli imprendibili americani capitanati da Owens. L'Italia conquistò anche un oro nell'atletica femminile, con la grandissima Ondina Valla: la sua vittoria negli 80 m ad ostacoli fu decretata dal fotofinish, utilizzato per la prima volta sul filo di lana. Nel medagliere, l'Italia finì quarta, mettendo assieme otto ori, nove argenti e cinque bronzi. Ben quattro ori giunsero dalla scherma, da lustri riserva di caccia prediletta dagli atleti italiani. Il successo più festeggiato venne però dal calcio, dove la nazionale di Vittorio Pozzo confermò la superiorità del calcio nostrano, faro negli anni '30. Con Pozzo, l'Italia era stata campione del mondo nel 1934 e si sarebbe confermata tale a Parigi, nel 1938. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata)

martedì 26 gennaio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): 7^ puntata (Anversa 1920)

Dopo la terribile, inutile strage, della Prima Guerra mondiale, ad Anversa, in Belgio, una delle nazioni più colpite dal conflitto, mentre mezza Europa ancora patisce i colpi dell'influenza spagnola, che sta facendo più vittime della guerra appena finita, si disputano le settime Olimpiadi dell'era moderna. Il desiderio di lasciarsi alle spalle cupezza e dolore si scontra con le difficoltà di tornare ad una vita normale. Il mondo, nello spazio di pochi anni, è profondamente cambiato. Svanito il clima spensierato della Belle Epoque, mezza Europa vive una profonda depressione economica, contrappuntata da una fortissima inflazione. Le tensioni sociali esplodono violentemente in Germania ed in Italia, dove scioperi e serrate si susseguono ed i disordini di piazza sono quotidiani. I cosiddetti paesi aggressori della Grande Guerra non sono invitati ai giochi. Restano fuori da Anversa, pertanto, Germania, Austria ed Ungheria, nate da un impero che non esiste più, e Bulgaria. Nel medagliere, il primo posto va di nuovo agli Stati Uniti, davanti alla Svezia ed alla Gran Bretagna. Non si registrano grandi progressi nelle prestazioni. Nei 100 piani vince lo statunitense Paddock, che corre in 10"8, un tempo analogo a quello dei vincitori delle precedenti edizioni dei giochi. L'Italia, nell'atletica, conquista due ori. Li vince entrambi Ugo Frigerio, nei 3.000 e 10.000 m della marcia. Gli ori totali dell'Italia sono, però, addirittura tredici, con lo schermidore Nedo Nadi nella parte del mattatore. Cinque ori per lui, eclettico e polivalente: nel fioretto individuale ed a squadre, nella sciabola individuale ed a squadre, nella spada a squadre. Uno degli atleti italiani maggiori di ogni tempo. Ad Anversa comincia anche la leggenda del finlandese Paavo Nurmi, che sulla scia del connazionale Kolehmainen, che conquista la maratona, si avvia a dominare il mezzofondo nei dieci anni che cominciano: i ruggenti anni '20. Nurmi vince l'oro nel cross individuale, nel cross a squadre e nei 10.000 m, fermandosi all'argento nei 5.000 m (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata  6^ puntata).