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domenica 19 maggio 2019

Napoli-Inter 4-1: una disfatta firmata Spalletti, Perisic e Marotta

Sempre fallite le partite importanti. Segno di una tenuta nervosa precaria. Spalletti sbaglia tutto. All'inizio e dopo l'intervallo. Peraltro tradito dal suo giocatore prediletto, l'evanescente, sopravvalutato e sconclusionato Perisic. Asamoah cede un pallone agli avversari. Zielinski segna da fuori area. Nella ripresa Mertens raddoppia di testa tra i dormienti Miranda e D'Ambrosio. Poi, doppietta di Fabian Ruiz. Reparti scollegati, errori elementari nei passaggi. Brozovic gioca peggio che mai. L'Inter accorcia le distanze su rigore con Icardi. Monumentale, nel Napoli, che gioca benissimo, Koulibaly. L'Inter dovrà battere l'Empoli, impegnato nella lotta salvezza, per andare in Champions. Imbarazzante. Gestione falimentare di Marotta e Spalletti: si sono persi mesi a bivaccare nel mezzo di polemiche inutili, fughe di notizie e contorsioni verbali. Assurdo! E, comunque, aveva ragione Sciascia: "chi parla male, pensa male".

4 commenti:

  1. I croati, alcuni mesi orsono, hanno chiesto ed ottenuto l'estromissione di Icardi. Non mi sembra che, senza Icardi, abbiano fatto chissacché. Spalletti, in questo ed in altro, si è rivelato del tutto inadeguato.

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    1. Appunto. E la dirigenza ha sbagliato a lasciarglielo fare. Ieri, ci ho fatto caso più di altre volte. Perisic la palla, ad Icardi, non la dà. Nemmeno per sbaglio. Ed è assurdo sacrificare il superiore interesse della squadra a scaramucce personali. Certe cose sono sempre successe nel calcio, ma mai sono durate così a lungo. Perché c'è sempre stato un intervento dell'allenatore, della società o di entrambi. In questo caso, invece, regna l'anarchia. L'Inter ha rimesso in palio una qualificazione alla Champions, che avrebbe potuto comodamente raggiungere quindici giorni fa. Se non un mese fa.

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  2. Spalletti chiude la sua esperienza all'Inter, come aveva chiuso quella alla roma: scontro frontale con il capitano, prima Totti ora Icardi, atteggiamenti isterici contro i giornalisti e scarso controllo dello spogliatoio. Un triste deja vu.

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    1. Con la differenza che lì finì secondo. Mentre, oggi, non c'è certezza del quarto posto. Detto questo, era prevedibile. Mai stato un vincente Spalletti.

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