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martedì 17 gennaio 2017

Ottimo colpo Gagliardini, un errore lasciar andare Benassi

Quattro gol in campionato, ultimo quello di tacco ieri sera contro il Milan. Benassi, già dodici reti senza rigori o punizioni in serie A, è un classe '94, come Gagliardini, grande acquisto dell'Inter a gennaio. Peccato che Benassi all'Inter fosse cresciuto, dimostrando di valere già al precoce esordio in prima squadra. Un anno e mezzo fa, la miopia della dirigenza nerazzurra se lo lasciò sfuggire alle cosiddette buste. E Benassi si accasò definitivamente al Torino. Un errore. Perché di centrocampisti che si muovano senza palla e che abbiano il gol facile non ce ne sono, mai ce ne sono stati, molti. E Benassi, forte anche nel gioco aereo ed in fase di interdizione, avrebbe formato un grande trio di centrocampo con Gagliardini e Kondogbia, avendo caratteristiche complementari alle loro. Senza bisogno che si tirassero fuori tutti i soldi serviti per i loro cartellini. Confido che la dirigenza dell'Inter sia diventata o diventi più avveduta e lungimirante. E che certi errori non abbiano a ripetersi.

4 commenti:

  1. Anche in coppa, Gagliardini conferma di essere un predestinato.

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    1. E' forte. Gagliardini dimostra anche un'altra cosa, spesso negata dagli addetti ai lavori. L'incompetenza di tanti di loro, allenatori e giornalisti. Fino allo scorso anno, Gagliardini, che non è giovanissimo, faticava a giocare. Eppure tutti stiamo vedendo che grande personalità abbia, per tacere dell'intelligenza del suo gioco, dei tempi di intervento.

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    2. Stampa e addetti ai lavori sono intenti piuttosto ad incensare giovani tuttaltro che eccelsi quali Zaza e Sturaro. Non so dove termini l'incompetenza e abbia inizio la mala fede...

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    3. Per tacere di Pogba, descritto come il fenomeno che non era e non è. In Italia faceva valere il fisico dominante, che in Inghilterra conta meno, perché sono di più i giocatori di grossa stazza. Ma, faceva pure un mucchio di falli, che spesso non venivano fischiati. Già all'Europeo, senza la maglia della Juve addosso, si era capito che tutta questa differenza non la faceva. La stampa italiana, non solo quella sportiva, ha una vocazione servile molto risalente.

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